La replica alle accuse sull’attuazione delle misure nelle imprese e la prosecuzione delle attività
Respingiamo con forza e restituiamo al mittente le gravi e ingenerose accuse rivolte da alcuni sindacalisti e riportate oggi dalla stampa. Dichiarazioni calunniose nella forma e, nel merito, destituite di ogni fondamento, come è facile dimostrare con una semplice ricostruzione degli accadimenti, utile a ripristinare, una volta per tutte e in maniera definitiva, la doverosa verità in merito all’attuazione delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro e in particolare rispetto alla ripresa delle attività in alcuni stabilimenti produttivi.
Occorre però partire da una premessa, di sostanza e non di mera forma, in ossequio al profondo rispetto che nutriamo per chi, in queste ore, vive gli effetti più dolorosi che l’emergenza sta portando con sé.
E’ ora di mettere da parte le polemiche, di anteporre a tutto responsabilità e unità di intenti. Davanti ai numeri dell’emergenza sanitaria, che, seppure in calo, continuano a essere drammatici, e quelli altrettanti tragici dell’abisso economico e sociale in cui rischiamo di sprofondare, non possono trovare più spazio le strumentalizzazioni e gli eccessi di linguaggio, ingenerosi verso chi responsabilmente sta affrontando assieme la peggiore crisi mondiale dal dopoguerra.
Questo è il tempo di lavorare insieme nella medesima direzione. E’ da qui che vogliamo ripartire, con un nuovo appello a costruire soluzioni e non divisioni. E affinché l’affermazione dell’assoluta priorità della salute pubblica non resti un vano esercizio di retorica, siamo pronti a dare concreta attuazione a questa che è e rimane la nostra bussola. Saremo i primi a vigilare sull’attuazione delle misure previste dal Protocollo di autoregolamentazione per il contenimento del rischio del contagio. Chiediamo al sindacato di essere nostro alleato nella costruzione delle condizioni per rendere possibile, in tutti i luoghi di lavoro, l’applicazione di misure di sicurezza e, ancora, nel vigilare affinché non vi siano violazioni e inadempienze. Ci facciamo promotori della proposta da valutare insieme alle autorità sanitarie, di effettuare, a carico delle imprese, test per i lavoratori in grado di rivelare la presenza di anticorpi Covid-19, in modo che possano essere utilizzati per un primo screening rapido in grado di far emergere il possibile contagio da Coronavirus.
Chiaramente l’applicabilità di tale ipotesi va valutata in tutte le sue implicazioni, con il diretto coinvolgimento delle autorità sanitarie, ma riteniamo che potrebbe rivelarsi un utile strumento.
Si tratta di una proposta che formuliamo in coerenza con quanto stiamo sostenendo fin dall’inizio dell’esplosione dell’emergenza. Occorre tutelare la salute, ma anche il lavoro e le imprese. Molti che si sono fermati in queste settimane rischiano di non poter più ripartire. Nelle realtà produttive in cui ci sono condizioni di scurezza è necessario non ostacolare la ripartenza.
Non si tratta di alimentare egoismi ma di far prevalere quella logica del buon senso che va utilizzata per consentire, al contempo, la tutela dalla salute con la difesa dell’impresa, del lavoro e quindi del benessere collettivo. E’ questa la logica che nei giorni scorsi ha portato il Gruppo di lavoro attivato presso le Prefetture di Potenza e Matera a esprimere parere favorevole alla prosecuzione delle attività, in virtù della funzionalità delle produzioni alle filiere individuate dai DPCM. Una decisione che (vale la pena precisare ai fini della necessaria ricostruzione dei fatti citati in premessa) non è imputabile a Confindustria Basilicata ma assunte dalle Prefetture sulla base delle valutazioni espresse da un organo consultivo collegiale appositamente costituito, di cui siamo solo una parte e composto in maniera plurale da numerosi istituzioni, associazioni datoriali e dalle stesse organizzazioni sindacali, chiamate a esprimere valutazioni sulla base di documentazione oggettiva. Ecco perché non possono trovare alcun terreno fertile le accuse di quei sindacalisti che ora chiedono la revoca di autorizzazioni concesse, rispetto alle quali, per giunta, nessuna opposizione è stata fatta in sede di valutazione né tantomeno riportata nel documento di osservazioni fatto pervenire dagli stessi sindacati.
Ora, però, è necessario guardare più lontano. E’ indispensabile in questo momento storico che ha coinvolto tragicamente il mondo intero, appellarci al nostro grande senso di responsabilità che ha da sempre contraddistinto la storia del nostro territorio. Insieme, abbiamo dato sempre prova, nel rispetto dei reciproci ruoli istituzionali, di essere non portatori di interessi contrapposti, ma garanti di certezze e di azioni finalizzate alla crescita della nostra terra. Questo è il momento della coesione, delle azioni e delle soluzioni. Ed è su questo terreno che ora attendiamo segnali concreti e costruttivi da parte del sindacato.
GIUSEPPE CARRIERO
Direttore Generale Confindustria Basilicata