«Si la furtuna vuoi ca t’assist man inda’sacca e nun t’ fa nziste’, ra u Rumit’ t’ha fa tuccà e na cosa ng’aja lassà».
Considerato come uno degli ultimi riti arborei e ancestrali sopravvissuti nella loro integrità, il Carnevale di Satriano è tra le più importanti tradizioni carnevalesche lucane.
Il Rumita (da eremita) ne è sicuramente l’emblema: l’uomo che si veste da albero, avvolto da foglie, rampicanti e tralci d’edera. L’ultima domenica prima del martedì grassi, quest’anno il 23 febbraio, gira tra le strade del paese strusciando il “fruscio”, un bastone con il pungitopo sulla sommità, sulle porte delle case. È il suo modo di bussare, chi riceve la sua visita rispetta il suo silenzio e dona qualcosa per un buon auspicio.
Dal 2014 l’associazione Al Parco insieme ai giovani satrianesi, prendendo spunto dalla cine-installazione “Alberi” di Michelangelo Frammartino proiettata al MoMA di New York, ha caricato di nuovi significati la maschera e organizza una Foresta che cammina composta da 131 alberi vaganti, simbolicamente uno per ogni paese della Basilicata. Chiunque può prendere parte all’invasione verde, diventare uomo albero per un giorno e farsi portavoce del messaggio ecologista di cui il Rumita è diventato ambasciatore: ristabilire un rapporto antico con la Terra.
Accanto a questa maschera ce ne sono altre due: Urs (orso) e Quares’m (Quaresima) che insieme ai carri ecologici sfilano invece il sabato prima, nel corteo nuziale della Zita, la messa in scena del matrimonio contadino in uno scambio dei ruoli.
Queste maschere si ricollegano alla cultura del paese e ognuna delle quali rappresenta uno stile di vita diverso per condizione sociale ed economica. Gli eremiti durante il corteo di festeggiamento sono soliti punzecchiare la gente con i loro bastoni al cui vertice vi è un pungitopo, l’orso dalla sua cerca di incutere timore con la sua mole e il suo carattere selvaggio, impervio e furibondo, e di stordire i passanti con le campane che provocano rumore al suo passaggio. La Quaresima invece cammina lenta tra la gente, come non voler dare cenno di allegria in una festa così gioiosa, o forse, a ricordare l’etimo del carnevale carnem levare, dunque il periodo di penitenza che ci attende.
Tra le attività del programma di quest’anno, ricordiamo la performance “Humana vergogna”, co-prodotta da #reteteatro41 e Fondazione Matera-Basilicata 2019, il racconto “Munnu era” di Kalura arte e cultura popolare e, il “Rumita tonino”, spettacolo di marionette per bambini.
A sottolineare il carattere ecologista, il Carnevale di Satriano è per l’ottavo anno consecutivo un evento green. «Riteniamo che la sostenibilità ambientale del nostro evento – hanno affermato gli organizzatori dell’associazione Al Parco – sia molto importante. Nel corso degli anni il Carnevale ha richiamato sempre più persone e nel 2019 siamo arrivati al limite. Pensiamo che un affollamento eccessivo sia dannoso per l’integrità della festa, per il corretto svolgimento della manifestazione e per gli ospiti stessi che non riuscirebbero a fruire a pieno delle iniziative in programma e dei servizi basilari. Il modo che abbiamo trovato per gestire i flussi e tramite l’individuazione di aree parcheggio prenotabili preventivamente. Una volta esauriti i posti non sarà possibile raggiungere il centro storico di Satriano per partecipare al Carnevale».
La manifestazione è stata anche inserita come buona pratica nel modello di sostenibilità degli eventi di Aarhus, capitale europea della cultura 2017. Infatti, per ridurre l’impatto antropico dell’evento sono stai messi in pratica diversi accorgimenti (stoviglie biodegradabili, carta FSC, prodotti di stagione a filiera corta e chilometro zero, raccolta differenziata, allestimenti riutilizzabili) e, piantati alberi per compensare le emissioni di CO2 causate dall’organizzazione.