Scrivere.
C’è chi lo fa per lavoro, chi per hobby e chi per passione. Uno scritto, che sia un romanzo, una poesia, una pagina di diario è un dipinto di parole il cui unico scopo è quello di arrivare al cuore delle persone.
Marco Tavassi, un giovane potentino dall’animo nobile e il sorriso contagioso, al cuore delle persone ci è arrivato proprio grazie alla sua penna. Già autore di due libri: “FAME DI VITA” nel 2013 e “SCRIVENDO” nel 2015 ; l’11 gennaio scorso ha pubblicato il suo ultimo scritto “FILO INVISIBILE”.
Lo abbiamo intervistato per provare ad offrire un ritratto senza filtri del suo lavoro.
“Marco, prima di addentrarci nelle pagine del “FILO INVISIBILE” parlaci un po’ di te. Com’è nata la vocazione per la scrittura? Qual è stato il momento in cui hai detto “devo scrivere un libro”? Chi è la tua musa?”
Fin dalle scuole medie ho avuto la passione per la scrittura, maturata e, oserei dire, esplosa poi nel corso delle superiori, soprattutto grazie all’incontro con il professor Bochicchio, mio docente di lettere e, prima ancora, uomo appassionato e appassionante.
Frequentavo l’Itis, scuola notoriamente tecnica, eppure ero rapito dagli insegnamenti umani di quell’uomo e di altri insegnanti, come il professor Coviello, che invogliano gli alunni a riflettere prima che ad imparare.
Sentivo il desiderio di scrivere di ogni tema, amavo i compiti in classe di italiano e scrivevo alcuni articoli per il giornalino parrocchiale.
Poi, un bel giorno, dissi a Debora, la mia fidanzata, “Voglio scrivere un libro”.
Lei non mi considerò “pazzo” ma comprese la mia passione e la voglia di condividere quello che sentivo dentro e divenne, da allora, musa e prima lettrice di ogni mio scritto.
Cominciai a scrivere, in quelle ore le prime sei pagine di “Fame di Vita”, un romanzo che narra la storia di un uomo “invisibile” schiacciato dalle vicissitudini della vita ma con un attaccamento ad essa in grado di farlo giungere ad una svolta inaspettata.
E poi i racconti, ispirati da fatti che accadono intorno a noi, vicino e lontano, a persone comuni, spesso all’angolo della società
“Il titolo del libro “FILO INVISIBILE” mi conduce subito in una dimensione emotiva, mi fa pensare ad una sorta di destino a cui tutti siamo collegati. Qual è la tua interpretazione ,cos’è il filo invisibile di cui parli?”
“Filo Invisibile” è una raccolta di 13 racconti che trattano tematiche diverse e vicine alla gente, nel cuore di tanti uomini, donne e bambini.
Racconti che, il più delle volte, prendono spunto da fatti realmente accaduti e che sono uniti tra loro da un filo.
Un filo invisibile, appunto, poiché desidero che sia ogni lettore a renderlo concreto, al termine della lettura.
Ogni lettore, magari, terminando l’ultimo racconto avrà chiaro il filo che li unisce tutti, che sia quello dell’amore, della speranza, del cuore, della fede, dell’ottimismo e del sentimento che maggiormente ha provato nella lettura e nell’abbraccio tra i racconti.
Un libro che, come per gli altri due, non è edito da case editrici, poiché viviamo un’epoca in cui si scrive moltissimo e, spesso, diventa difficile anche per gli editori essere attenti a tutto ciò che arriva.
Ricevetti, anni fa, delle proposte editoriali che mettevano al centro un lauto mio pagamento per la pubblicazione.
Ho preferito un’altra strada, quella della condivisione della mia passione con i lettori. Ho scelto di non tenere tutto in un cassetto o, peggio, in una cartella virtuale ma di far giungere agli occhi di altri le parole venute dal mio cuore, con umiltà e delicatezza estrema, consapevole di non essere uno scrittore ma solo un grande innamorato della scrittura;
” Scrivere un libro vuol dire esplorare altri mondi, navigare in mare aperto ma, come ogni viaggiatore, bisogna prima di tutto preparare la “valigia” , preparare l’itinerario. Qual è stato il tuo excursus verso il “filo invisibile”?”
È proprio vero, scrivere un libro vuol dire esplorare altri mondi, viaggiare in storie e vite fatte di particolarità, di sentimenti e di emozioni che è necessario conoscere al meglio per evitare di urtare la sensibilità di chi le vive sulla propria pelle ogni giorno o le ha vissute negli anni.
Nel mio ultimo libro, ad esempio, ho provato, con grande umiltà, a trattare il tema della violenza sulle donne, del bullismo, della sofferenza e della speranza di chi è ammalato, della voglia di rivalsa di chi nasce in terre difficili.
Ecco, per toccare queste tappe occorre mettere nel proprio “zaino” la necessaria conoscenza di questi temi, provando a parlarne delicatamente con chi lo affronta quotidianamente.
E poi, naturalmente, occorre leggere tanto. Per chi ha la passione per la scrittura la lettura non è solo importante ma fondamentale;
“A chi dedichi le tue parole?”
Dedico le mie parole a chi sente di essere nel buio, a chi lotta con umiltà per migliorare la condizione propria e degli altri, a chi sa ancora sognare, a chi non si rassegna e non si arrende, a chi crede nella speranza e bandisce l’indifferenza.
A chi crede nella vita e sceglie di viverla, sempre.