A Fremantle per raccontare, scoprire, analizzare e scrivere la storia dell’Emigrazione lucana e italiana, insieme a Michele Pacella, suo storico Presidente, originario di Banzi, Joe Di Giacomo, Presidente dell’Associazione di Sidney e storico Presidente della Federazione, ora presieduta da Tony Graziano, Vito Di Stasi e il gruppo dei Lucani del Queensland, Leonardo Santomartino e la corposa delegazione della rinascente Associazione di Melbourne.
Spazio e riconoscimenti ovviamente, al grande lavoro oscuro e tenace delle donne Lucane.
Perfetta organizzazione, raccolte nuove storie di lucani arrivati in Australia per ricostruire una vita e dare certezze ai propri sogni, capacità di essere protagonisti aprendosi ai contesti di associazioni abruzzesi, molisane, calabresi, come anche il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) sta facendo attraverso la prossima Conferenza nella cui cabina di regia figura Luigi Scaglione che ha raccontato il filo conduttore delle azioni oggi in campo e analizzato la storia dei flussi lucani.
Il grosso dell’emigrazione italiana e contestualmente lucana è avvenuta in Australia negli anni 50/60 con forti presenze stabili nelle aree di Melbourne e Sidney per un totale che sfiora i 50 mila italiani mentre nell’area della Western Australia, i lucani superano abbondantemente il numero di 3000 nativi. Anche qui, il dato incontrovertibile di italiani e tra questi molti lucani, fatti prigionieri in Libia nella Seconda Guerra Mondiale, incarcerati o costretti a lavori forzati in Australia nelle Farm o per costruire le strade e poi, dopo la loro liberazione ed il rientro in Italia, la decisione di cercare fortuna in una terra dalle grandi opportunità che li aveva ospitati.
Ora i lucani iscritti all’AIRE in tutta l’Australia sono 2990 pari al 2,3% della popolazione italiana in quel Paese immenso, con appena 36 iscritti nel 2018.
Di questo si è discusso a Fremantle ed a Perth analizzando con il Console Davide Balloni, i flussi dei vecchi e nuovi emigrati in Australia, condizionati da norme e nuovi limiti che di fatto condizionano gli arrivi di italiani pur avendo il territorio australiano potenzialità infinite.
E infine la promozione e l’esame concreto delle opportunità che arrivano alla nostra regione in particolare, ma a tutto il Paese in generale, con l’attivazione di nuove iniziative nei settori del TURISMO DI RITORNO e del TURISMO DELLE RADICI, su cui l’associazionismo, la rete innovativa degli sportelli Basilicata (un unicum nella rete italiana voluta dall’Ufficio Internazionalizzazione della Regione Basilicata grazie al lavoro che svolge il funzionario Rocco Romaniello con la dirigente Minardi), le organizzazioni culturali e sociali degli italiani nel Mondo, devono dedicare la loro attenzione nel futuro.
Altro che generiche valutazioni che sono già state superate dai tempi che si dicono nuovi ma nuove azioni concrete messe in campo in questi settori secondo i dettami della DIGIT del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.
Mirabile il racconto della storia cambiata di Matera e della Basilicata, fatto dalla professoressa Concetta Cirigliano Perna, con i suoi racconti, le immagini e la incommensurabile forza di una città e di una regione che con la Capitale della Cultura Europea hanno cambiato i destini lucani.
La forza dei Lucani nel Mondo, negli occhi e nei racconti della gente d’Oceania, grazie all’Associazione Lucania Western Australia che hanno voluto anche inviare un messaggio ai tanti lucani d’Italia e degli sportelli riuniti ad Assuncion ed a Roma. E poi le storie, gli incontri particolari, come quello con Donato Rapanaro di Grassano che insieme ad altri due soci ha messo su e gestisce un notissimo stabilimento per la produzione di salumi “Mondo d’Oro” o come Luisa Loriso, di Rionero in Vulture, da oltre 40 anni nel Western Australia che con il marito ha una Farm con migliaia di ettari e centinaia di animali ma che ha la particolarita di essere luogo di culto e di devozione aperta, per una statua votiva della Madonna, incastonata in un albero oltre 40 anni fa ed oggi salvata miracolosamente dalla crescita impietosa della grande quercia.
(Nelle foto alcuni momenti delle iniziative, compresa la visita al memoriale degli arrivi italiani a Fremantle, primo porto di approdo in Australia, sia degli italiani e lucani tra loro fatti prigionieri in Libia e li deportati per lavorare nelle Farm e poi degli emigranti degli anni 50 e 60)