FRANCO ARMINIO PRESENTA AD AVIGLIANO IL SUO NUOVO CAPOLAVORO: “L’INFINITO SENZA FARCI CASO”

Venerdì 1 Novembre, la comunità gianturchiana si prepara ad accogliere uno dei più grandi scrittori degli ultimi decenni: Franco Arminio. In occasione dell’uscita del suo nuovo libro “ L’infinito senza farci caso” edito dalla Bompiani , l’autore, poeta e regista sarà ad Avigliano per raccontarsi attraverso le sue poesie d’amore.

Il paesologo Arminio afferma che il motivo principale per cui ha deciso di pubblicare  questo bocciolo letterario è stato la  necessità di mettere a fuoco la questione dell’amore.

“…  E allora è urgente tornare a parlare d’amore, dei nostri amori, non dell’amore in generale. Ognuno di noi deve fare una sorta di tagliando sentimentale e ripartire. Ognuno di noi deve chiedersi se può dare e avere di più dall’amore, ognuno di noi deve chiedersi come mettere qualcuno al centro della nostra vita, senza fargli lasciare il centro della sua vita.”

 

Arminio è nato e vive a Bisaccia –in Irpinia d’Oriente per citarlo-. Scrive e documenta da anni; e da anni attraversa l’Italia dei piccoli paesi descrivendo con realismo la situazione, il già vissuto ed il vivente, soprattutto in Meridione; soprattutto quello che Rossi Doria definì l’osso dell’Appennino.

Arminio si autodefinisce ‘paesologo’, non per istrionismo, ma perché inventore di una nuova forma di letteratura e di disciplina, la paesologia, che descrive come: «una via di mezzo tra l’etnologia e la poesia. Non è una scienza umana, è una scienza arresa, utile a restare inermi, immaturi. La paesologia non è altro che il passare del mio corpo nel paesaggio e il passare del paesaggio nel mio corpo»; una cura dei luoghi che miscela l’impegno civile all’indagine psicologica.

 

Diversi i riconoscimenti sia per la prosa e che per la poesia, tra questi il ‘Premio Levi’ ed il ‘Premio Volponi per Terracarne lo Stephen Dedalus per Cartoline dai morti o ancora il ‘Premio Napoli’ per Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia.

Arminio è anche da otto anni direttore artistico del Festival –per alcuni tra i più belli d’Italia- “La Luna e i Calanchi” di Aliano e sempre più spesso capita di vederlo in TV o sentirlo citato, Saviano ad esempio lo definisce «uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato».

Sceglie Avigliano per il varo del suo lavoro innanzitutto perché è un amante della Lucania –alla quale ha dedicato numerosi versi– perché contattato da alcuni “privati cittadini” appassionati della sua scrittura che hanno trovato nell’AUSER Circolo A. Pace terreno fertile nell’organizzazione dell’evento. Interverranno nella serata, patrocinata dall’Amministrazione comunale, anche i giovani poeti della Nulla Accademia che si esibiranno in una performance di intarsio di testi propri e di Arminio.

Appuntamento alle ore 18 presso la Sala “Andrea Claps” in Corso Garibaldi ospiti della Società Operaia di Mutuo Soccorso nei pressi di Piazza Gianturco salotto buono degli Aviglianesi.