“Giuseppe Pisanti ebbe l’anima di quei grandi artisti dei cui nomi si adorna la storia del nostro Rinascimento, Ascanio Branca che molto lo stimava soleva dire che sarebbe stato ben degno dei tempi di Leone X. Come un vero artista del passato non potette essere compreso nei nostri tempi, ma in questi miseri tempi di cemento armato e di decorazioni architettoniche comprate belle e fatte a quintali, a tonnellate in altri paesi industriali e industriosi del mondo, valuterà bene, chissà, l’abnegazione e la coscienza artistica di Giuseppe Pisanti a cui né la commenda, né i più alti onori accademici, né la sua partecipazione ai Consigli superiori diminuirono il candido entusiasmo artistico con cui egli venne alla conquista di Napoli dal suo umile paese di Ruoti in Basilicata”.
– Valentino Gervasi, “Uno scomparso”, Roma 1913 –
Il 28 novembre del 1913 scompariva l’architetto Giuseppe Pisanti e, a più di cent’anni dalla sua morte, l’associazione “Recupero Tradizioni Ruotesi” ha organizzato una mostra fotografica e un convegno per omaggiare «un uomo che col cuore sempre in alto, aveva saputo conquistare col suo genio un posto eminente fra gli architetti dei suoi tempi, facendosi proclamare, per unanime consenso, maestro nell’arte sua che adorava».
La mostra, allestita lungo la salita Pisanti fino alla sua casa natia, ripercorre le maggiori opere a cui l’architetto si è dedicato, passando dal restauro della facciata del Duomo di Napoli e alla realizzazione dell’Istituto di Belle Arti, al restauro del Duomo di Cosenza, alla progettazione della cattedrale di Cerignola e, in Basilicata, alla supervisione dei lavori al Teatro Stabile di Potenza e alla progettazione del palazzo Branca-Reale fino alla pianificazione della chiesa e del campanile di Picerno. Le foto, recuperate e ristampate da “Recupero Tradizioni Ruotesi”, fanno parte di un reperto intitolato “ricordi autobiografici” appartenente al Pisanti. Come ci racconta il presidente dell’associazione Felice Faraone, questo referto è stato ritrovato per caso durante delle ricerche condotte dall’avv. Gerardo Maria Cantore, concittadino e collaboratore dell’associazione, presso l’archivio storico di Napoli per ricostruire il profilo di un altro Pisanti: il garibaldino Francesco, fratello di Giuseppe. Da quel ritrovamento, è cominciato un percorso per mettere insieme i pezzi del vissuto di un uomo che per molto, troppo tempo era rimasto sconosciuto alla comunità ruotese e, che ha portato alla manifestazione svoltasi nella giornata di sabato 16 giugno. La mostra fotografica è stata accompagnata dalla rappresentazione rievocativa «scene di vita di un tempo», un’occasione per ricordare le attività quotidiane che si svolgevano una volta e per ammirare gli abiti tradizionali ruotesi. Tra questi spiccavano quelli che la sig.ra Rita Errichetti ha realizzato riproducendo fedelmente gli abiti indossati dai genitori del Pisanti.
A dare lustro «all’ultimo dei grandi architetti del suo secolo in Napoli», ci hanno pensato i relatori che hanno preso parte al Convegno: il Prof. Donato Verrastro (Università della Basilicata), il Dot. Giuseppe Trincucci (Deputazione Storia Patria R. Puglia), l’architetto Piercarlo Crachi, l’architetto Michele Bilancia e l’avv. Gerardo Maria Cantore (Rappresentante Accademia di Belle Arti di Napoli); i quali hanno delineato il profilo di un uomo che è stato eccelso nel suo lavoro di architetto e docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli; promotore di uno stile che sintetizzava il passato proiettandolo nella modernità, attraverso l’utilizzo magistrale della materia grezza, come il tufo e la pietra calcarea, senza ricorrere agli intonaci e alle coperture. Giuseppe Pisanti era immenso anche nella vita, come dimostra l’adozione delle cinque figlie dell’ingegner Francesco Gagliardi, morto per un incidente ferroviario mentre si recava a Cosenza al posto dell’architetto e, alle quali provvederà sino alla morte ormai povero e ipovedente.
L’immagine di Giuseppe Pisanti è ben rappresentata dall’incisione fatta dallo scultore Francesco Jerace, docente e suo collega all’Accademia di Napoli, il quale lo ritrae senza tracciare la mente, a testimonianza che la sua intelligenza era infinita e il suo genio non poteva essere definito con colpi di china. A corredare i ritratti del Pisanti, nella sala consiliare dove si è svolta la manifestazione, erano esposte anche due opere realizzate appositamente dal pittore Luigi Sinisgalli, che ha voluto così omaggiare l’eminente architetto.
Al convegno hanno preso parte anche i Sindaci di Ruoti, Potenza, Picerno e l’Autorità della IV municipalità di Napoli, che hanno fornito il loro patrocinio morale a voler evidenziare come questo tipo di manifestazioni culturali volti alla conoscenza del nostro passato, servono alla rinascita di un senso civico. Recuperare le nostre radici e le nostre tradizioni – ha affermato il sindaco De Luca – servono a recuperare la coscienza di un popolo, a recuperare l’autostima del nostro popolo, a recuperare il senso di stima verso la nostra comunità che ci devono portare a credere nelle nostre capacità e nelle risorse della nostra terra.
Un doveroso tributo è stato dedicato al giornalista Rocco Brancati che si era speso molto per la comunità ruotese attraverso le sue numerose ricerche e, che fortemente credeva in questo convegno. La moglie Luciana, presente alla manifestazione, ha ritirato l’omaggio preparato dall’associazione Recupero Tradizioni Ruotesi.