“Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze, imperò che l’arco negli edifizi è composto di 2 parti di circulo, i quali quarti circuli, ciascuno debolissimo per sé, desidera cadere, e opponendosi alla ruina l’uno dell’altro, le due debolezze si convertano in unica fortezza”.
Due debolezze, tentate di lasciarsi cadere, unendosi e poggiandosi l’una sull’altra, possono creare la magnifica e rivoluzionaria ‘fortezza’ che noi chiamiamo arco: questa è la definizione che ne dà il maestro dei maestri Leonardo Da Vinci. A vedere bene, credo che – inconsciamente – tale definizione del Maestro ‘carpentiere’ possa aver influito, tanto analogicamente quanto metaforicamente, sull’ideazione e realizzazione dell’evento svoltosi lo scorso venerdì 18 Maggio, dal titolo “La bottega digitale: materiali e tecnologie per l’architettura contemporanea”. L’evento – inscritto nella più ampia rassegna pensata e proposta dall’Ordine Nazionale degli architetti con il nome “Open! Gli architetti aprono i loro studi al pubblico” -, serba già nel suo nome, ‘Bottega’ appunto, un rimando diretto a quell’antico mondo artigianale, fatto di maestranze eccellenti che, in interazione vitale e sinergica, prosperavano in una Firenze rinascimentale – un esempio su tutti. Le singole botteghe, come i circuli di un arco, compresero bene che, per non desiderare cadere, fosse necessario unirsi, cementare rapporti di lavoro con altre botteghe; maestranze in dialogo con altre maestranze.
Oggi, tutto questo, lo chiameremmo – molto più artificiosamente – lavoro d’équipe. Di questo sentimento ‘cooperativo’, ne abbiamo carpito l’eco nelle parole che l’arch. Gian Marco Santarsiero dell’Architexture Studio di Potenza ha pronunciato a commento dell’evento:
“Il grande valore dell’iniziativa dal titolo ‘Open!’ è misurabile non solo dall’effettivo grado di apertura espresso dai nostri studi di architettura all’insegna della reciprocità (avvicinare sempre più le specifiche competenze di progettazione – dello Studio DAU srl – a quelle di visualizzazione dell’architettura – dell’Architexture studio- ) ma, soprattutto, dal confronto con le attività connesse alla progettazione architettonica: quelle svolte dai geometri, dagli ingegneri, dai geologi, dai geotecnici, dagli illuminotecnici, dagli esperti di acustica o dai consulenti energetici o ancora dagli esperti di domotica. Oggi infatti per essere competitivi è necessario strutturarsi in co-working, ossia lavorare in gruppo, così che ciascuno possa mettere a servizio degli altri il proprio talento e la propria competenza. Questo è essere ‘Open!’ ”. L’evento, in sé e per sé, si è dunque svolto in due momenti: il primo, presso Architexture Studio, ha visto la partecipazione del geom. Francescantonio Masi che ha esposto i vantaggi e le potenzialità per l’architetto dell’uso di droni e di sofisticate strumentazioni di rilievo fotogrammetrico e topografico. Con l’uso di software dedicati, infatti, è possibile ricostruire in modo automatico lo stato di luoghi e di manufatti architettonici attraverso tecniche e procedure di fotomodellazione tridimensionale. È intervenuto, in seguito, l’arch. Antonio Russo, il quale ha esposto lo stato dell’arte sui materiali a impatto zero sull’ambiente per la costruzione di un’architettura di qualità nell’era contemporanea. Dal legno strutturale, alle ibridazioni con paglia ed isolanti naturali, si sono elencati tutti i materiali che la bio-architettura predilige per raggiungere la piena sostenibilità ambientale nelle costruzioni del terzo millennio.
Il secondo momento dell’evento si è poi svolto presso lo Studio DAU, dove gli architetti Canio – co-ideatore dell’evento ‘Bottega digitale’ – e Gian Marco Santarsiero hanno illustrato un caso-studio di progettazione architettonica, accompagnando il pubblico in un percorso illustrato che va dalla fase creativa dello schizzo a matita, al disegno in CAD (la c.d. progettazione assistita), al BIM (modellazione parametrica dell’architettura), alla resa fotorealistica con rendering, animazioni ed esplorazioni in VR (realtà virtuale) di spazi progettati e non ancora esistenti.
Sul concetto di “idea-progetto” l’arch. Canio Santarsiero ha detto:
“L’idea è l’inizio del lavoro dell’architetto. Sono proprio l’idea e l’esperienza del costruire che permettono di maturare negli anni una “concezione” dell’architettura. Il mestiere di architetto è un mestiere di avventura, una sfida per l’ingegno, sospeso tra il sogno e la ragione. L’architettura è un’arte di frontiera, di osservazione e di esercizio visivo perché trae ispirazione da ciò che incontra, rimanendo contaminata e arricchita dalla realtà. Ma se l’architettura comincia dall’idea e dalla forza della necessità di costruire, si trasforma poi in arte del rappresentare, e solo quando la capacità di rispondere a un bisogno reale riesce a coincidere con la capacità di rispondere ai desideri ed ai sogni dewlle persone, è lì che l’architettura diventa straordinaria“.
Appare chiaro, dunque, come a Potenza rinverdisca questo desiderio di uscire dai propri circoli, ovvero da quelle realtà monolite che pensano, progettano e realizzano contando unicamente sulle proprie forze e competenze. Spesso è proprio l’ambiente di provincia a far precipitare gli ‘artigiani’, quasi fisiologicamente, in tale tendenza, oserei dire solipsista. Ma, i due studi architettonici del capoluogo – L’Architexture Studio e lo Studio DAU -, hanno tutta l’intenzione di proseguire sull’asse tracciato dall’illustre Maestro: essere come quei circuli (gli odierni studi di architettura, di ingegneria etc. etc.), consapevoli della propria debolezza e, per questo, vogliosi di cadere, unirsi, circulo con circulo, Studio con Studio, perché così “due debolezze si convertano in unica fortezza”. Questo è, dunque, l’arco a sostegno del lavoro di ‘bottega’, questo é “Open!”.