Avete mai visto un albero che cammina? Se la risposta è no, vuol dire che non siete mai stati a Satriano di Lucania durante il periodo di carnevale.
In questo piccolo e grazioso borgo lucano, il carnevale si colora di verde.
Come noto, la Basilicata vanta di una moltitudine di maschere e tradizioni legate alle vivaci giornate precedenti la Quaresima. Satriano sfila nelle sue strade principalmente con due maschere: l’orso e il rumita.
Qual è la loro storia? Che cosa rappresentano?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo fare un excursus nelle varie epoche storiche. Chi era il rumita? Nella sua prima interpretazione, il rumita era come dice appunto il nome, l’eremita. Uno spirito francescano che viveva nel bosco vestito di foglie e che durante il carnevale, scendeva in paese a cercare la carità. Negli anni ’80 il significato dell’uomo albero e dell’orso ( la maschera antagonista) è cambiato. In seguito al fenomeno dell’emigrazione, il rumita ha rappresentato il satrianese povero, rimasto in paese a chiEdere, di casa in casa, qualche dono in cambio del suo buon auspicio. Questa figura si contropponeva a quella dell’orso: maschera della prosperità rappresenta il cittadino emigrato che arrichitosi torna nella sua terra sfoggiando pelli pregiate e altre richezze. In un’altra interpretazione, l’orso durante i giorni di carnevale, poteva vendicarsi di un torto subito risolvendo così i confilitti che aveva con una determinata persona o famiglia.
Questo è ciò che racconta la tradizione. Oggi il rumita è tutt’altro. Dal 2014 la maschera ha assunto un significato completamente diverso. Un significato tutto ecologico. D’altronde chi meglio di lui, ricoperto di edera, foglie e rami può incarnare la natura? Il rumita incarna l’uomo che entra in contatto con la natura, mimetizzandosi ed assemblandosi ad essa. La maschera ha acquisito un’impronta naturalista unica. Lo slittamento semantico nasce nel 2014 quando Michelangelo Frammartino, innamoratosi della maschera le dona questo nuovo significato. Così, l’associazione “Al Parco” con questa nuova consapevolezza, organizza da 4 anni la “foresta che cammina”, con la presenza di 131 alberi, uno per ogni paese della Basilicata. L’evento è aperto a tutti, infatti, chiunque con una piccola quota di partecipazione per sostenere le spese della maschera puo diventare albero per un giorno.
L’apertura ufficiale del carnevale sarà venerdì 9 con feste in maschera e balli a tema. Il 10, dopo l’apertuta di stand gastronomici, sfileranno le maschere tipiche: l’orso, il rumita, la quaresima, ‘a zita tutto accompagnato da festeggiamenti e concerti. Il clou del carnevale satrianese sarà domenica 11, infatti come da tradizione, la mattina per le vie del paese ci saranno i rumita spontanei, nel pomeriggio invece lo spettacolo più atteso: la foresta che cammina.
Dopo essere stati a Satriano, non spaventatevi quindi se incontrate un albero che vi porge la mano ( o il ramo); si tratta solo un pacifico ambasciatore della natura.