Nella splendida cornice della Vaccariccia, azienda di proprietà di Beniamino Straziuso, si è tenuta la conviviale della delegazione potentina dell’Accademia Italiana della Cucina nel corso della quale, alla presenza di numerosi accademici, il vice delegato Enzo Cuomo ha consegnato alla professoressa Lucia Santarsiero il prestigioso premio Nuvoletti .
Il riconoscimento, a valenza nazionale, viene riservato alla “ persona, ristoratore, organizzazione estranea all’Accademia che abbia contribuito in modo significativo alla conoscenza e valorizzazione della buona tavola tradizionale regionale”.
Quest’anno la delegazione dell’Accademia di Potenza -su segnalazione del Prof Ettore Bove- responsabile del Centro Studi- ha voluto proporre la candidatura della professionista lucana che, dopo la laurea in Scienze e tecnologie alimentari all’Università di Basilicata, è dal 2000 stimata docente di ruolo di “Laboratorio di enogastronomia” presso l’Istituto alberghiero “G. Gasparrini” di Melfi.
La professoressa, come ha avuto modo di ricordare il prof Bove nella sua presentazione, ha profuso un impegno costante nell’opera di tutela del patrimonio agroalimentare lucano ed ha avviato interessanti progetti sull’alimentazione in vari paesi europei tra i quali Inghilterra, Austria, Francia, e Russia. Nell’ambito di questa attività che si è rivelata un qualificato veicolo di diffusione della cultura gastronomica meridionale e lucana, ha ricevuto riconoscimenti ed attestati per la sua opera di divulgazione realizzata anche attraverso specifiche pubblicazioni di settore.
La Santarsiero, nel ringraziare l’Accademia di Potenza nella persona della delegata Anna Paola Vergari per l’importante riconoscimento- ha ricordato -tra l’altro -come la cucina abbia una funzione di supporto terapeutico nel trattamento di alcune patologie , ad esempio quelle legate alla disfunzioni tiroidee, tematiche queste affrontate in uno specifico saggio Una chef per la tiroide. Dall’antipasto al gelato. Trentadue ricette ipoiodiche”. (Osanna Edizioni), per il quale è stata finalista al Concorso letterario sulla salute 2015, indetto dall’Osservatorio sanità e salute di Roma.