Quando si percorrono i sentieri del Parco del Pollino è impossibile non accorgersi della meraviglia intrisa in ogni singola specie vegetale che popola il Parco. La fauna e la flora creano commistioni di colori suggestivi difficili da dimenticare: una natura incontaminata dove poter passeggiare ed ammirare lo splendore del territorio lucano e calabrese.
Il Parco Nazionale del Pollino si estende su 192.565,00 ettari di terreno ed è posto a cavallo tra due regioni, la Basilicata e la Calabria. Spazia dal mar Tirreno allo Jonio, da Cozzo del Pellegrino a Serra Dolcedorme, dai Piani di Campolongo, di Novacco, e di Lanzo, ai Piani del Pollino, dai fiumi Argentino e Abatemarco alle gole del Lao e del Raganello fino ai torrenti Peschiera e Frido. L’intera zona del Pollino è formata dai Massicci del Pollino e dell’Orsomarso. La catena montuosa che fa parte dell’Appennino meridionale a confine con la Basilicata e la Calabria vanta le vette più alte del Sud Italia. L’area naturale è composta da rocce dolomitiche, bastioni calcarei, pareti di faglia di origine architettonica, dirupi, gole molto profonde, grotte carsiche, timpe di origine vulcanica, pianori, prati, pascoli posti ad alta quota, accumuli morenici, circhi glaciali e massi erratici.
I comuni nel territorio lucano sono: Calvera, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelsaraceno, Castronuovo di Sant’Andrea, Carbone, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia, Fardella, Francavilla in Sinni, Latronico, Lauria, Noepoli, Rotonda, San Costantino Albanese, San Giorgio Lucano, San Paolo Albanese, San Severino Lucano, Senise, Teana, Terranova di Pollino, Valsinni, Viggianello.
In questi suggestivi borghi, che sorgono all’interno dell’area protetta, è possibile fare piacevoli e interessanti scoperte: tradizioni, culture, ricette tipiche da assaporare, condividere, tramandare.
Il favoloso Parco del Pollino è oggi considerato l’area protetta più estesa d’Italia.
I principali corsi d’acqua che attraversano il Parco Nazionale del Pollino sono: il Sinni (97 km), il Lao (64 km), il Coscile (49 km), l’Esaro (44 km), il Sarmento (36 km) e l’Abatemarco (20 km).
Il territorio presenta elementi di Fauna calda, Fauna temperata e Fauna fredda: lupi, caprioli, lontre, volpi, lepri, faine, donnole, ghiri, ricci, tassi, istrici e la rarissima specie del driomio calabrese. Creature meravigliose che s’intrecciano al volo dei rapaci come l’Aquila reale e il Capovaccaio.
Seguono l’Astore, il Biancone, il Falco Pellegrino, il Gheppio, il Nibbio bruno, la Poiana, e lo Sparviere. Tra i rapaci notturni figurano: l’Allocco, il Barbagianni, il Gufo comune ed è anche confermata la presenza del Gufo reale.
I volatili più comuni sono il Picchio nero, presente solo in Basilicata, in Calabria e sulle Alpi, la Coturnice, la Quaglia, il Beccaccino, la Pernice, il Cardellino, la Cornacchia, la Gazza, la Ghiandaia, il Corvo Imperiale.
Tra gli anfibi e i rettili rientrano la Salamandra pezzata, la Salamandrina Terdigidata, l’Ululone dal ventre giallo, il Biacco, il Cervone e il Ramarro.
La macchia mediterranea invade le aree più calde del Parco ed è composta soprattutto da piante di Alloro, di Corbezzolo, di Lentisco, di Mirto e di Rosmarino. Ad alta quota si trovano soprattutto querceti, castagneti, aceri e carpini. A 1.200 mt domina il faggio che è la pianta più diffusa del Parco e ce ne sono di diversi tipi a seconda dell’altezza. Ai margini del piano di Acquafredda un gruppo di faggi offre uno spettacolo mozzafiato! Con il tempo, un gruppo di questi alberi ha assunto una forma contorta e vengono chiamati ‘Alberi serpenti‘.
La specie vegetale più rilevante del Parco del Pollino è il Pino Loricato, simbolo del Parco. Il Pino Loricato vive al di sopra della fascia vegetazionale, ha una crescita molto lenta e si adatta a qualsiasi condizione climatica. La sua corteccia è caratterizzata da grandi placche grigio-cenere di forma poligonale che assomiglia quasi a una corazza: da qui il nome ‘Loricato’.
A bassa quota ci sono prati e boschi e essenze tipiche della vegetazione mediterranea. Nel sottobosco fanno capolino frutti spontanei come le fragoline, i lamponi, le more di rovo e le bacche di ginepro. A primavera i fiori offrono uno spettacolo indescrivibile: il profumo pervade i sentieri e rilascia essenze olfattive eccezionali. Tra i principali fiori del Parco figurano la Genziana, il Narcisio, la Peonia, le splendide Campanule del Pollino, la Viola.
Il Parco pullula, inoltre, di erbe officinali che nascono spontaneamente nei pianori ad alta quota. Le essenze officinali più comuni sono: l’Aneto, l’Assenzio, la Bardana, la Belladonna, la Borragine, la Camomilla, l’Edera, la Gramigna, l’Ortica, la Lavanda, la Malva, la Menta, l’Origano, il Pungitopo, la Rosa canina, la Salvia, la Saponaria, il Timo e il Verbasco.