Il fumetto è un linguaggio che plasma l’ambiente nel quale viviamo. Presenta due diversi tipi di codice: visivo e verbale. Ed è questo che lo rende multimediale. Attraverso i disegni, le inchiostrazioni, le modifiche, i colori della narrazione, Gianluigi Pucciarelli e la Redhouse Lab di Potenza creano un volume unico prestando particolare attenzione alla narrazione, ai dettagli, grazie all’impegno talentuoso dei propri allievi. Ne parliamo con Gianfranco Giardina e Giulio Giordano, docenti presso la Redhouse Lab di Potenza e di Matera.
Il volume vede la compresenza lavorativa di Gianluigi Pucciarelli e della Redhouse Lab di Potenza…
Nello specifico, Gianluigi Pucciarelli è lo sceneggiatore del volume. È un autore che ha iniziato a pubblicare con la casa editrice BeccoGiallo tempo fa e sempre per BeccoGiallo ha curato un volume, una biografia a fumetti, sul noto attore Gian Maria Volonté. Gianluigi è di Potenza sebbene abbia studiato “Scrittura” fuori, a Bologna, dove ha iniziato a fare le sue prime esperienze lavorative e, in realtà, proprio in occasione di questo nuovo lavoro che si prestava ad impostare, ha pensato di rivolgersi a noi come scuola, alla Redhouse Lab, in un primo momento, più che altro per avere magari qualche indicazione, un consiglio su dei disegnatori che, all’interno della scuola, potevamo conoscere e indicargli per questo suo nuovo progetto.
Il progetto prevedeva già la componente fumettistica?
Sì. Gianluigi ha infatti studiato come sceneggiatore a fumetti. A Gianluigi piaceva l’idea di trovare sul territorio qui a Potenza un disegnatore col quale intraprendere questo suo nuovo progetto. Ci siamo incontrati, ne abbiamo parlato. Nel momento in cui ha iniziato a delineare un po’ meglio il suo progetto, ovvero che vertesse su Calvino che come autore ha un particolare fascino, è stato chiaro, fin da subito, che fosse un progetto particolarmente interessante. Man mano che ne parlava e per il taglio che immaginava dell’opera diventava via via sempre più netta l’idea che proprio per le peculiarità del volume oltre che per l’autore del libro, un approccio corale sarebbe stato quello che avrebbe valorizzato meglio ciò che aveva in mente. È stata una fortuna trovare questo tema, questo personaggio, uno sceneggiatore come Gianluigi che sentiva esigenze vicine alle nostre.
Quale schema segue il volume “Se una notte d’inverno un narratore”?
Il volume usa come schema e come suggestione quello delle lezioni americane di Calvino e seguendo questo impianto di base fa questo percorso attraverso le sue opere più significative rispetto a quelle sue lezioni americane, alla sua idea di scrittura, alla sua idea di come ci si approccia alla maniera narrativa. In realtà, il volume non voleva essere già nelle premesse un altro volume, un’altra biografia a fumetti ma, già dall’inizio, aveva una forma abbastanza particolare. E, cogliendo questo spunto, forte del fatto che con Gianluigi si era già instaurata una buona sintonia, una dimensione di collaborazione, quello che doveva essere soltanto un approccio utile a dargli un consiglio, si è trasformato subito in una collaborazione di progetto.
Cosa significa per la Redhouse Lab partecipare a questo progetto?
Questo incontro nasce in un momento particolare del nostro progetto Redhouse Lab, mio e di Giulio, perché la scuola, come percorsi didattici, come proposta di formazione aveva finalmente definito una sua forma, ti parlo dell’inverno del 2015, che era finalmente riconoscibile e quella parte del lavoro era stata fatta. Necessitavamo di fare un passo ulteriore rispetto a quella che era stata anche la nostra ambizione quando abbiamo iniziato a parlare del progetto Redhouse Lab. Il fatto che non ci fermassimo semplicemente ad un discorso prettamente e squisitamente didattico ma che la didattica si traducesse anche in un momento di produzione prima di tutto o partendo proprio da Redhouse Lab. Molti allievi hanno cominciato a camminare con le loro gambe rispetto a produzioni proprie e quello va benissimo e resta comunque la priorità di fumetto. Quello che ci prefissavamo era anche cercare di trovare con i giusti progetti, con le giuste idee, quella cifra in più che traducesse meglio quella che era la nostra esigenza iniziale. Questo tipo di storia, come ce ne parlò all’inizio Gianluigi, veramente ci parve utile per dare un primo segnale di quest’idea che poteva iniziare a prendere forma plastica in una prima pubblicazione. Tant’è vero che la cosa iniziò a delinearsi ad un ritmo abbastanza sostenuto. Riuscimmo subito anche ad allagarla rispetto alle risorse che ci trovavamo all’interno della scuola. Nei credits finali, nei contributi, puoi notare che è un volume a 20 mani. Ci sta un apporto maggiore nella parte a fumetti da parte di Annamaria Santopietro, Mario Berillo, da parte mia e di Giulio avendo supervisionato il lavoro nella realizzazione di alcune parti dell’opera. Ma c’è anche un contributo significativo da parte del versante Illustrazione della scuola che ha illustrato alcune pagine di ciascun capitolo del volume. Sono da menzionare, oltre Annamaria e Mario, anche gli altri allievi che hanno contribuito alla buona riuscita di quest’opera: Rosa Maria Gallone, Alessandra Messina, Marica Montemurro, Fabio Ponticelli e Carmen Violante. Bisognava sviluppare e lavorare all’interno di un contesto su Potenza che potesse rendere chiara un’idea che non è strettamente legata al volume, solo al volume. In questo senso, Calvino vorrebbe essere il segno di un approccio al modo di raccontare e di lavorare.
Da domani, 7 dicembre, il volume sarà disponibile nelle librerie…
Sì. Inoltre, il 18 dicembre alle 19:00 ci sarà la presentazione del libro presso la libreria Mondadori di Potenza all’interno della rassegna degli incontri proposti da Gocce d’autore.
Debora Colangelo