Venerdì 9 dicembre 2016 ricorre il centenario della nascita di Arnoldo Ciarrocchi (Civitanova Marche 1916 – 2004), insieme a Morandi, Bartolini, Viviani e Maccari uno dei più importanti incisori del Novecento.
Il MIG, per l’occasione, ha pensato bene di ricordarlo mettendo insieme i tanti libri d’artista realizzati tra il 1937 e il 1996 e arricchiti da splendide acqueforti che, in controcanto, a partire da Marino Moretti, illustrato per l’Istituto d’Arte di Urbino, rileggono le poesie di suo padre Aurelio o del compaesano Annibal Caro ma non tralasciano di gettare ampi sguardi sul lavoro di Antonio Baldini, Anna Papa, Giovanni Pascoli, Thomas Stearnes Eliot, Guy De Maupassant, Giacomo Leopardi, G. G. Belli, Marcello Camilucci, Valerio Volpini, Dante Alighieri, Andrzej Jawién Karol Wojtyla, Pietro Bembo, Andrea Zanzotto, Fabrizio Dall’Aglio, Luigi Meneghello, Libero Bigiaretti, Wolfgang Goethe, Pierre de Romsard, Gaetano Afeltra, Aglauco Casadio, Mario Luzi, Camillo Sbarbaro, Giovanni Boccaccio, Aleksànder Sergéevic Puskin, Gesualdo Bufalino, Dino Garrone, Nando Cecini e Gilberto Carboni. Per tutti, vale il giudizio di un altro grande poeta, Raffaele Carrieri: “C’è in ciascuno dei fogli di Ciarrocchi un sottile diffuso piglio, il nitore di certi grilli mattinieri che ho sentito nella campagna marchigiana. E la stessa luce sgombra carica e pulita”.
L’incontro con i versi degli amici poeti, anche quelli dei secoli passati, rende possibile a Ciarrocchi di dare libero sfogo allo sforzo di identificazione, significativo ed essenziale, compiuto quotidianamente, di ritrovare se stesso nella natura, di colmare – di anno in anno – l’intimo senso di malessere che la pittura restituisce da una immagine all’altra, di sopprimere il divario creatosi tra poesia e oggetto.
I libri rimarranno esposti fino al 31 gennaio 2017.