Erano così chiamate in Basilicata e a S. Arcangelo le balie che allattavano bambini che avevano necessità di essere alimentati perché le madri naturali non producevano abbastanza latte per nutrirli. Nel sud questo avveniva specie nelle famiglie benestanti, che potevano permettersi di avere una balia a tempo pieno. Chi scrive ha vissuto questa esperienza personale di una mamma di latte chiamata Mamma Maria. Nell’immediato dopo guerra era difficile trovare latte per crescere un neonato, specie se nasceva all’inizio dell’estate, per cui le mamme che producevano poco latte, come accadde a mia madre, dovevano rivolgersi ad una balia. Alcuni di questi bambini venivano alimentati con latte di asina, molto simile alla composizione di quello umano, e se ciò non era possibile il bambino mal nutrito e non bene alimentato cresceva male e poteva anche morire. Mamma Maria aveva dei suoi figlioli che io chiamavo fratelli ed una sorella Rosa, mia coetanea, che veniva anche lei allattata al seno con il latte che essa produceva in abbondante quantità. Dopo un attenta visita medica praticata da mio padre medico condotto del paese,per accertare la sua idoneità ad allattare un bambino ed escludere patologie evidenti fu confermata Maria mamma di latte Mi è stato raccontato che mi portava in giro a svagarmi e, pur se di modeste condizioni, andava ben vestita e florida nell’ aspetto, per il fatto che, gestita dalla mia famiglia, era molto bene alimentata per produrre latte sufficiente per il figlio di latte e la propria figlia. Molte persone le chiedevano come mai sfoggiasse questo lusso, lei per scherzo rispondeva che il marito era andato in America. Attualmente con la banca di latte umano, sorta in alcune cliniche ostetriche e pediatriche del paese, il problema è meno pressante, anche perché la moderna medicina ha trovato altri rimedi.MOLNI