La musica ha mille sfumature e può essere considerata una delle arti più nobili e sublimi; ma non basta uno strumento, due accordi, un palco su cui esibirsi per trasformare un uomo in un musicista, o almeno questa non è la concezione di musica presente nel dna di Gianfranco Summa.
Gianfranco è un chitarrista potentino con una grande, grandissima passione : la chitarra. Inizia a studiarla a 12 anni e da quel momento diventa la sua quintessenza; diplomato al conservatorio “Gesualdo da Venosa” di Potenza ha sempre inteso la musica in modo profondo, avvicinandosi molto al significato etimologico del termine: MUSICA come l’arte delle muse, che dona all’uomo la possibilità di elevarsi, d’incantare, di trasportare gli animi ben oltre i sensi.
Gianfranco leggendo la tua biografia si evince, nonostante la giovane età, un curriculum ricco di esperienze, concerti e tour, sei stato in Sud America e ora parti per un nuovo tour che ti vedrà in Autralia, Messico e Giappone, cosa ti ha spinto e ti spinge a portare la tua musica oltre i confini nazionali?
Sicuramente la curiosità, la voglia di crescere artisticamente e personalmente, purtroppo a differenza dello scorso anno questo non si può definire tour perché ho deciso di trasferirmi stabilmente all’estero, ho tante passioni che voglio coltivare ma che ora tengo segrete…, sono “curioso di vivere”, ho bisogno di stimoli nuovi, inoltre voglio confrontarmi con nuove realtà ed altre culture.
Sono molto legato alla mia terra e alle mie origini,il distacco sarà difficile e forte, per questo ho pensato di sviluppare uno dei miei tanti progetti artistici legati alla mia regione, trascrivendo e consegnando melodie della musica popolare lucana per farle rielaborare da giovani compositori italiani, plasmando nuova musica con materiale sonoro della tradizione, questo vuole essere un omaggio alla regione e a tutte le persone a me care.
Ho tantissimi progetti artistici ma anche su questo ne faccio segreto li svelerò a tempo debito.
Voi musicisti, così come tutti gli artisti siete dotati di una sensibilità maggiore e un pizzico di follia in più rispetto alla norma. Qual è il tuo modo di concepire la musica?
Sulla follia di sicuro… suono la chitarra da 16 anni, e sono 16 anni che mi dedico completamente alla musica, è una passione, ma da sola non basta, ci vuole un impegno e uno studio profondo, sia dal punto di vista atletico che mentale. Per me la musica è arte a 360 gradi, non sono solo note, è teatro, è letteratura e l’artista, in quanto tale è un artigiano,credo nella musica e cerco sempre un approccio riflessivo e religioso. Questo è il mio pensiero sull’arte e cosi voglio portare avanti la mia attività artistica,se non potrò farlo in questo modo preferisco dedicarmi ad altro…
Ritorniamo al tuo viaggio, mentre i tuoi viaggi passati erano come dicevi a tempo “determinato”, adesso vai li per restare, questo cambiamento radicale non ti spaventa?
Sarà una bella sfida, ma amo le sfide. Non sono spaventato perché riesco facilmente ad adattarmi molto bene a tutti i tipi di situazioni, ho un forte spirito di adattamento fondamentale per chi viaggia.
In ogni caso non sarò solo ho dei contatti che mi aiuteranno a proseguire il mio percorso artistico agevolando anche il mio trasferimento.
Perché hai scelto l’Australia come meta?
Ho scelto l’ Australia perché mi permetterà di migliorare il mio inglese, lingua che può aprirmi altre opportunità anche in altri paesi. In origine avevo pensato di trasferirmi direttamente in Giappone ma ho preferito un processo più graduale.
Sarò a Tokyo nell’ottobre del 2017 per un concerto una volta li deciderò se tornare in Australia o rimanere a Tokyo, ma non ho nessun vincolo, nei prossimi anni per me cambieranno tante cose e mi sento pronto a questa ventata di cambiamento.
Poi in fondo non è importante il luogo in se, ma sicuramente sono paesi che danno molte possibilità, dove l’attività artistica per via della forte economia e attenzione alla cultura potrebbe essere un buon catalizzatore per la mia attività.
Il 20 settembre parti, il 19 terrai il tuo ultimo concerto a Potenza, da quel momento in poi abbandonerai completamente la tua Basilicata?
Assolutamente no! Il biglietto è ormai pronto da tempo ma cercherò di tenermi in contatto con i mezzi informatici, nel giorno del concerto sarà lanciato online il mio sito web ,sarà collegato a tutti i social cosi chi vorrà seguirmi potrà farlo almeno telematicamente.
Il 19 saluterò la mia città e lo farò nel modo migliore che io possa fare: suonando.
Avrò il piacere di suonare per i miei amici , le autorità e tutta la cittadinanza, tra il pubblico ci saranno anche 70 uruguayani discendenti di emigrati lucani in sud America che ho avuto il piacere di conoscere in un mio concerto a Paysandù e che saranno in visita nel capoluogo lucano.
Continuerai ad insegnare?
Il mio mestiere è insegnare e voglio continuare a farlo, sia dove vivrò stabilmente sia in modo telematico. Da qui il progetto di tenere lezioni online su skype, sarà divertente tenere lezioni a migliaia di chilometri di distanza, tengo molto a questo progetto, mi permetterà di rimanere in contatto con allievi e con chiunque voglia rendermi partecipe del suo percorso musicale.
Da questa chiacchierata si evince una tua concezione molto “religiosa” della musica, per questo come ultima domanda voglio chiederti: per Gianfranco Summa, qual è la missione del musicista?
Elevarsi e riscoprire la bellezza tramite la musica, non si può spiegare a parole, se si potesse mi sarei dedicato alla poesia e non alla musica.
La musica mi ha cambiato totalmente, di questo ringrazio anche i miei maestri, questo percorso mi ha migliorato come persona e spero di migliorarmi sempre.
A mio modesto parere la missione del musicista è quella di comunicare lo splendore di qualcosa che non può essere raccontata a parole e far godere del fascino di qualcosa di intangibile: la musica.
Gianfranco, buon viaggio, e buona fortuna per tutto!