Tutto pronto ad Avigliano per la XXII edizione del corteo storico di San Vito: circa 26 gruppi partecipanti e oltre 700 figuranti, provenienti da diversi paesi limitrofi, e non solo rappresenteranno cavalieri, mangiafuoco, sbandieratori, tamburellisti, trombettieri e molto altro. Da diversi anni, inoltre, tanti sono i giovani aviglianesi che danno il proprio contributo come figuranti nella parata di corte, come cavalieri e come gruppo Sbandieratori e Musici.
Legata alla festa del Santo patrono, dal 1995 l’Associazione Culturale e Ricreativa San Vito Martire ha ripristinato questa antica tradizione, svoltasi fino agli anni Cinquanta del Novecento, quando veniva preparata con cura dalla famiglia Sileo.
Fiore all’occhiello, nonché peculiarità della manifestazione ed elemento distintivo rispetto ad altri cortei storici, è la nave trainata da giovani in costume turco o locale, dipinta da Antonio Santarsiero a altri artisti locali, che trasporta l’effige di San Vito: varie sono le leggende e tanti i racconti orali tramandati dal popolo e dagli avi.
Quest’anno l’Associazione APS Terra, che da diversi anni si dedica al recupero delle tradizioni, si rifà alla leggenda riportata dallo scrittore Vincenzo Claps, secondo cui uno dei primi nuclei abitativi aviglianesi, nell’VII secolo, era costituito da un gruppo di orientali, rifugiatisi tra le colline lucane in seguito alla perdita della propria nave in combattimento. Tra storia e leggenda, dunque, sarà messo in scena il momento dell’arrivo dei saraceni, quando allo scontro iniziale con la gente locale seguì la pacifica convivenza. Pare, infatti, che, da allora, ogni anno si porti in giro per le strade del paese una nave in legno, accompagnata da spari, musiche e urli, come caro ricordo e simbolo sacro.
Il corteo storica diventa, dunque, un momento non solo di intrattenimento, ma anche di riflessione storica e antropologica circa una questione aperta e irrisolta, su cui si potrebbe creare un interessante dibattito culturale.