Sabato 9 Aprile presso la sede del Cad Pz Capoluogo, si è tenuto, dopo quello sul tema della genitorialità della settimana scorsa, un seminario dal titolo “ Ansia da prestazione. Alla ricerca del viagra della mente ˮ, condotto dalla dott.ssa Maria Teresa Muscillo e dal dott. Antonio Fraudatario, entrambi psicologi e psicoterapeuti.
Scopo dell’incontro è stato quello di offrire alla cittadinanza una panoramica generale sul tema dell’ansia, con una trattazione particolareggiata di quella da prestazione, la quale investe non solo le attività e prestazioni sessuali di coppia ma anche le performances dei più svariati ambiti della vita quotidiana. A proposito di disturbi dell’ansia si è partiti dalla classificazione e descrizione di quelli elencati nel DSM, ossia il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali: disturbi da ansia da separazione, di panico, da iper ansioso o da ansia generalizzata, ma anche fobie ( specifiche, sociali ), disturbi ossessivo-compulsivo, disturbi post-trauma da stress. Si tratta in ognuno dei casi sopraelencati di disturbi su cui incidono diversi sistemi di neurotrasmissione cellulare, tra cui quello serotinergico che è coinvolto nella regolazione degli stati umorali e che quando non funziona correttamente può favorire l’insorgere e la diffusione di stati depressivi.
Tra i disturbi oggi più diffusi- come ricordato dalla dott.ssa Muscillo vi sono quelli più comunemente noti come attacchi di panico, legati a conflittualità emotive inconsce associate a fattori interni e/o esterni scatenanti; in questi casi il soggetto che ne è affetto percepisce qualcosa di esterno come una minaccia, ma senza che il suo stato percettivo sia effettivamente giustificato da circostanze concrete e di reale pericolo. Tra gli effetti collaterali che la manifestazione di simili attacchi può ingenerare vi sono la depressione e l’agorafobia, ossia la paura che si prova nell’attraversare vasti luoghi all’aperto. Sul versante dei disturbi di ansia socio-relazionali ( riguardanti dunque anche le dinamiche sessuali di coppia ) si è discusso delle paure legate allo sguardo del partner e dei possibili effetti ad esse legate, nonché delle diverse fasi che compongono il ciclo di risposta sessuale ( indagato dall’equipe di ricerca Masters e Johnson, sessuologi statunitensi che per anni studiarono un campione significativo di atti sessuali compiuti da volontari ) e le differenze tra il ciclo di risposta sessuale maschile e quello femminile.
Nei rapporti sessuali di coppia infatti i disturbi legati all’ansia uccidono l’eros e rendono inadeguate le risposte comportamentali verso il proprio partner. Un esempio tipico è offerto da colui che è affetto da eiaculazione precoce, il quale partendo da uno stato di eccitazione molto alto, conosce un’impennata nel passaggio all’orgasmo vero e proprio che rende spesso frustrante e non appagante la performance sessuale. Ma gli effetti generabili a partire dai disturbi di ansia da prestazione sono molteplici: si va dall’eiaculazione ritardata alla disfunzione erettile nell’uomo ai disturbi dell’orgasmo nelle donne, incapaci di lasciarsi andare completamente durante un rapporto. Tipico nelle donne affette da ansia da prestazione sono anche la dispareunia ( il provare dolore durante l’atto sessuale ) e il vaginismo ( difficoltà ad essere penetrate dall’organo sessuale maschile ). Comuni a uomini e donne infine sono i disturbi del desiderio sessuale e quelli che esprimono avversione se non vera e propria fobia nei riguardi della sessualità.
Per ciò che riguarda l’insorgere del sintomo bisogna distinguere tra sintomi primari e generalizzati (che si manifestano ogni q
ual volta ci si approccia alla sessualità ) e sintomi secondari ( relativi ad un forte periodo di stress ) e situazionali ( legati ad un contesto, persona o periodo specifico ) e che sono più semplici da analizzare e superare. La dott. Muscillo ha evidenziato la centralità dell’influenza esercitata dalla mente sulle dinamiche sessuali e l’importanza, per una corretta gestione delle ansie da prestazione di comprendere le sensazioni e percezioni corporee che si avvertono interiormente ed esprimono l’effetto che il partner sessuale suscita in noi. Anche perché è l’autenticità del rapporto congiuntamente ad una accettazione di sé e del proprio corpo a migliorare l’intimità del rapporto di coppia.
Cosa fare nel caso in cui non si riesce a gestire i disturbi legati all’ansia ed in particolare a quella da prestazione ? E’ sicuramente utile iniziare una terapia psico-sessuologica ossia un percorso fondato su esercizi e mansioni, classificabili come strategie cognitivo-comportamentali, sulla riscoperta delle sensazioni corporee, l’analisi di relazioni di coppia e comunicazione e l’individuazione delle istanze più profonde, specie quando i sintomi sono primari.
Il dott. Antonio Fraudatario ha infine sfatato alcuni miti legati alla sessualità, come quello sulla durata della prestazione sessuale, che erroneamente si ritiene non debba essere inferiore ai trenta minuti, o le scorrette valutazioni legate al fenomeno della masturbazione e/o autoerotismo, mostrando alcuni esercizi pratici che permettono di entrare in contatto e migliorare l’accettazione del nostro corpo e in particolare delle parti che ci piacciono meno, ma con cui dobbiamo convivere perché il corpo è parte essenziale di noi e ci accompagna per tutto l’arco temporale della nostra esistenza.