Appassionata di gioielli e cucito fin da piccola, dopo aver respirato anni di creatività, è risultato naturale che volesse lei stessa in prima persona creare qualcosa di suo, che appartenesse e la identificasse, come i suoi eleganti ed esclusivi gioielli. Incuriositi dal suo mood raffinato e dalla ricerca culturale abbiamo voluto conoscere meglio questa novità nel panorama dei gioielli.
Reje. Di che cosa di tratta?
Reje è la fusione delle due sillabe, Renata e Jewellery. È un marchio che è stato regolarmente depositato e poi registrato, marchio che accompagna i gioielli, cuciti e realizzati interamente a mano da me.
Quando e come ha iniziato questa particolare passione?
Ho iniziato per gioco, solamente due anni fa. Ho visto questa tecnica, che si chiama “soutache”, mi ha incuriosito molto, sin dal suono del nome ed ho iniziato a fare delle ricerche. Sono sempre stata affascinata dal mondo dei gioielli e appassionata di cucito. Con meraviglia ho scoperto che il soutache è una tecnica riguardante la realizzazione del gioiello tessile, con una notevole impronta storica, infatti con questa tecnica venivano adornati gli abiti degli Zar.
Ha iniziato per gioco ed ora si sta rivelando un vero e proprio lavoro. Vero?
Sì, il tempo che dedico alla realizzazione dei miei gioielli è veramente tanto. Io sono una logopedista, ho iniziato a cucire gioielli di sera, per hobby, poi è diventato il mio secondo lavoro.
Come è stato e quando ha iniziato a realizzare i primi prodotti?
Io cucio dall’età di sei anni. Dopo essermi informata sulla tecnica, acquistai subito il materiale e provai a cucire i primi pezzi, incastonando pietre e cristalli. Già dalle prime realizzazioni si denotava precisione e criterio nel design. Per me fu una vera gioia scoprire di poter abbinare due mondi a cui ero appassionata: cucito e gioielli. Comincia a credere nelle mie capacità e un po’ per gioco, creai una pagina facebook dove iniziai a pubblicare le foto delle prime realizzazioni. Fui contattata quasi immediatamente da alcune aziende del nord Italia che operavano nel settore dell’e-commerce e che prediligevano l’artigianato di alta qualità, 100% made in Italy.
Qual è il punto di forza dei suoi gioielli?
Sicuramente due sono le caratteristiche essenziali, l’eccellenza delle materie prime utilizzate e la cura dei dettagli.
Io incastono i cristalli di Boemia, pietre e perle naturali. Per questo vi è necessario tempo, precisione e ispirazione affinché il prodotto finale si possa distinguere sul mercato.
Lei abbraccia dunque un’etica. Quella della qualità, giusto?
Sì. In effetti mi sono imposta dei parametri da cui non prescindo. Se devo esserci sul mercato ci devo essere con determinate caratteristiche.
L’intervista completa nel nuovo numero del Lucano Magazine, in edicola!!