Sono passati 100 anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. L’occasione del centenario permette di rivedere e analizzare i dettagli di quel conflitto che mutò la geografia, la società, l’economia, la politica del Vecchio Continente. Crollarono Imperi secolari, nacquero nuovi Stati, emersero derive nazionalistiche che prepararono il terreno per l’altra grande tragedia: il II° Conflitto Mondiale. In Italia si concluse il Risorgimento con lo spostamento dei confini ad Est ottenuti con battaglie estenuanti combattute in un Settentrione che aveva trasformato le sue bellissime montagne in lunghi solchi dove i soldati per mesi sostavano prima di ferocissime incursioni.
“La Grande Guerra” – fede e valore è il titolo della mostra itinerante che l’Esercito Italiano, Comando Militare Esercito Basilicata ha allestito presso il Museo Archeologico Provinciale di Potenza. Inaugurata lo scorso 22 gennaio la mostra, curata dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, è stata presentata dal Colonnello Donato Ninivaggi, Comandante Militare Esercito di Basilicata, da Angela Costabile, dirigente dell’Ufficio Cultura e Biblioteca della Provincia di Potenza, da Antonio Lerra, dell’Università degli Studi di Basilicata, da Rocco Galasso, direttore del Centro Studi “Danzi” di Potenza. In mostra troviamo 18 pannelli che spiegano la storia precedente, contemporanea e successiva alla guerra, oltre che fotografie, documenti, stampe, uniformi e cimeli. Tra quest’ultimi da sottolineare il berretto che re Vittorio Emanuele III donò a Pietro Lacava, cimelio unico in Italia. L’esposizione inoltra il visitatore in un percorso che tocca tutti se non altro perché ogni famiglia ebbe almeno un parente chiamato al fronte. Evidenzia la parte umana della guerra, quella che emerge dai sentimenti che i soldati esprimevano ai familiari che a casa aspettavano loro notizie. O ad amici ai quali confidavano trepidazioni e paure sfidando la censura che tendeva invece a mitigare il dramma. La mostra poi rileva la modernità di questa guerra che utilizzava tecnologie avanzate mai viste come aerei e carri armati. L’Italia reclutò uomini delle classi 1874-1899. I Lucani vennero assegnati per la maggior parte nella fanteria, nella Brigata “Pisa” e combatterono ovunque. Un ricordo meritato è stato dedicato anche alla Brigata Basilicata di fanteria, di stanza a Torino. Era ammirata anche dai Reali. Quasi 7.500 furono i nostri corregionali caduti e i dispersi.
Prima dell’inaugurazione i bambini della scuola primaria “Busciolano” di Potenza hanno intonato l’inno nazionale, presentato i loro progetti sul tema della Grande Guerra e letto le poesie di Giuseppe Ungaretti, Bertold Brecht e di Ignazio Gaudiosi. E stata poi la volta delle quinte classi dell’Istituto “Nitti” di Potenza che hanno presentato due video. Uno narra le canzoni dei soldati dove ritroviamo speranze, amori, la lontananza da casa, l’esaltazione patriottica, i momenti di intrattenimento, le marce e il dolore. L’altro le donne, coprotagoniste del conflitto, chiamate ad alimentare la propaganda, a lavorare nei campi, nelle fabbriche o come impiegate, portalettere, autiste di mezzi pubblici, infermiere per la cura dei soldati. Che cambiano il loro modo di vestire divenuto essenziale e pratico per la ristrettezza economica imposta dalla guerra. Gli studenti e le studentesse hanno realizzato inoltre un sito web che contiene documenti originali datati 1915-’18 tra cui giornali, lettere, onorificenze e biografie dei soldati oltre che riflessioni proprie ed aperte a chiunque voglia dire la sua sulla Grande Guerra. La proiezione del film “Fango e Gloria” ha concluso la manifestazione che ha visto la presenza anche di Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nate nel dopoguerra per la tutela e sostegno di reduci o delle famiglie che avevano nel conflitto perso un congiunto.
La mostra è visitabile fino al 6 febbraio 2016. Sarà poi riallestita a Matera.