Con la venuta del Natale ognuno si adopera, in ogni dove, a realizzare presepi, dalla semplice natività alla ricostruzione di paesaggi antichi. Ricostruire il presepio, però, deve aiutare a riflettere sulla venuta di Gesù che nasce in mezzo a noi ogni giorno.
Da qui la costruzione, ad Avigliano, di due natività molto diverse strutturalmente ma nate entrambe con l’obiettivo di legare questa tradizione alla società contemporanea in cui viviamo.
Il 2015 è stato l’anno dell’EXPO di Milano, che ha visto venire in Italia circa 21 milioni di visitatori in 184 giorni, per riflettere su tecnologia, innovazione, cultura, tradizioni e creatività legati al settore dell’alimentazione e del cibo. Simbolo del Padiglione Italia è stato l’Albero della Vita, che si ispira al progetto di Michelangelo di Piazza del Campidoglio, che da un disegno a losanghe culmina in una stella a 12 punte, simbolo delle costellazioni. Il “Tree of life” un’opera d’arte che rimanda anche simbologie più complesse e comuni a numerose culture, per cui è simbolo della Natura Primigenia, la grande forza da cui è scaturito il tutto. Così, il Professore di tecnica Donato Pace ha realizzato, in collaborazione con la Scuola Elementare Silvio Spaventa Filippi di Avigliano, un modellino dell’Albero della Vita di Expo Milano 2015, in scala 1:50, con nell’area circostante l’immaginario del presepe vivente. È una forma stilizzata in cui si intrecciano varie linee, un disegno semantico, dove le radici hanno la stessa importanza della chioma: per essere chioma e svettare verso l’alto, tendere a nuove sfide, al futuro, bisogna essere anche radici ancorate nella terra, come nelle tradizioni, nelle esperienze passate. L’Albero, da oggi esposto in un locale in Viale Verrastro, è realizzato a tre dimensioni, con movimento tortile del tronco: la chioma rappresenta l’energia dinamica della crescita, con slancio verso l’infinito, mentre l’ambiente circostante e i personaggi del presepe ci danno la dimensione della grandezza dell’Albero della Vita.
- Altro grande evento religioso ma anche sociale di quest’anno che giunge al termine, è l’inaugurazione del Giubileo della Misericordia, con l’Apertura della Porta Santa in San Pietro e in tutte le diocesi e parrocchie del mondo. Papa Francesco ci ricorda che Gesù è venuto per dirci che Lui è più forte della morte, che Lui è più grande di ogni malvagità, che è misericordioso, tutta misericordia, pertanto ci invita, in questo Natale, ad aprire il cuore alla misericordia, al perdono. Questo il senso da cui nasce, invece, il presepe sito nella Basilica cittadina, realizzato dal Professore di Arte Nazzareno Colangelo. “Come sfondo ho pensato ad una Porta Santa, inserita in un portale con il logo del Giubileo nel frontone; – racconta il Prof. Colangelo – dalle porte semiaperte arriva la luce della misericordia che porta fuori dalla
notte buia del peccato, rappresentata dal telo scuro che circonda la scena metafisica. Non essendo un presepista non ho pensato ad un presepe tradizionale ma a qualcosa di nuovo, di diverso anche nelle dimensioni. Avevo già notato in passato che il Bambino era circa della dimensione di un neonato vero, esageratamente grande rispetto agli altri, e ho pensato di creare due statue, Maria e Giuseppe, di una grandezza adatta. Per il poco tempo a disposizione, le ho realizzate con strati di carta e colla su una struttura di legno e rete metallica, e infine con stucco, colori e vernice. Ho cercato di dare ai personaggi una dimensione umana, di rappresentarli umili e increduli del grande evento, attori del mistero divino, naturalmente con un taglio scultoreo non classico ma contemporaneo.”
Due opere degne di nota, dunque, create da grandi maestri locali che da sempre dedicano il proprio tempo, con passione, a realizzazioni di grande valore artistico, distinguendosi oltre i confini territoriali.