Ieri ore 10 dalla piazza principale di Villa d’Agri un grande corteo si è incamminato verso il presidio ospedaliero della val d’agri per dire “No al depotenziamento dell’Ospedale di Villa d’Agri”. Proprio nei parcheggi dell’ospedale tutti i cittadini sono intervenuti per urlare a gran voce il loro appello contro la già stabilita chiusura del Punto nascite e la riorganizzazione sanitaria decisa dalla Regione volta al ridimensionamento della struttura ospedaliera della Val d’Agri. Il corteo è stato organizzato dal comitato apolitico “Uniti per la val d’Agri” formato da gente comune dai giovani, alle mamme, dagli imprenditori, agli operai.
Sul palco molte testimonianze tra cui quella di una madre che quando era arrivato il momento di partorire si è dovuta incamminata insieme al marito verso Potenza, con la strada ghiacciata visto che era Gennaio e con conseguenze gravi visto che è stato un parto definito in gergo “parto precipitoso”e se non sarebbe arrivata in ospedale e fosse successo per strada non avrebbe potuto raccontarlo. La giovane madre dice che è stata fortunata poichè quella notte la strada non era interrotta come accade frequentemente in questo periodo, per fortuna non aveva nevicato, ma che è aberrante che nel 2016 per poter partorire bisogna affidarsi alla fortuna, visto che esisteva un’assistenza medica che in questi casi poteva aiutare e urla a gran voce: “State giocando con la nostra pelle”. Poi si rivolge alla classe dirigente regionale e a tutti quelli che alla manifestazione in questione hanno voltato le spalle inviando un messaggio ben preciso: “Siete pronti a fare i conti con il peso di una tragedia?La salute è un nostro diritto e come tale va tutelato, LOTTIAMO perché è UN DIRITTO E LO PRETENDIAMO”. Poi sul palco è giunta un’altra testimonianza quella di una futura mamma, raccontando tutte le sue paure su dove dovrà partorire e che non è per niente facile essere una donna che aspetta un bambino in Val d’Agri.
Gravi conseguenze con la chiusura dell’Ospedale si avranno anche nel campo delle attività commerciali per questo oltre all’intervento di un commerciante della zona c’è stata durante la mattinata anche la chiusura di molte attività in segno di protesta. Altri interventi sono stati fatti dai sindacati e dagli studenti del Liceo Scientifico di Marsiconuovo e gli studenti di Moliterno, per dimostrare tutto lo sdegno su ciò che sta accadendo poiché è impossibile e incredibile tutto ciò. In conclusioni i sindaci della valle hanno ribadito che questo è solo l’inizio ed è arrivato il momento di alzare la voce e di farci rispettare. Il sindaco di Viggiano Amedeo Cicala mette in risalto anche un altro punto, con la presenza del centro oli si deve garantire ancora di più un presidio. Poi sollecita le royalties che da una parte sono un problema perché c’è la presenza del centro oli, ma dall’altra è una grande potenzialità. I comuni prendono solo il 15% di quel 7%, l’85% va alla Regione Basilicata e sono 140 milioni l’anno, questi soldi vanno ha coprire innanzitutto la sanità e quindi afferma: “appare strano che noi adesso dobbiamo depotenziare visto che il sistema Basilicata si regge sulle nostre royalties e sulle nostre risorse”.