Bianco non è solo il colore delle pale eoliche che da qualche anno ormai caratterizzano il bel territorio lucano, bianco è anche il concordato presentato a luglio al tribunale di Avellino dalla CEDELT Spa, azienda leader nel settore eolico, impegnata nella costruzione di una serie di parchi di energia rinnovabile in tutta la nostra regione, ed in particolare nell’agro di Melfi alla località Bizzarro, che per ironia della sorte ha riservato proprio un esito “bizzarro” a diverse aziende locali subappaltatrici e fornitrice di materiali necessari alla realizzazione delle opere.
Le società committenti – Alfa Wind, Ewe e Breathe – dei parchi eolici melfitani costituiti da diverse decine di pale eoliche avevano affidato i lavori alla CEDELT, la quale per l’appunto aveva poi subappaltato i lavori ad alcune ditte lucane. Con il concordato preventivo la CEDELT Spa ha cercato di completare il più possibile i cantieri al fine di incassare dalle committenze i soldi delle opere realizzate, per poi abbandonare il territorio lucano lasciando le aziende subappaltatrici e i fornitori in “brache di tela”. Uno scherzo complessivo da circa 10 milioni di euro, che per alcune aziende rappresenta il 50% del fatturato annuo.
Considerato il gravissimo periodo di crisi per il settore edilizio, questo tipo di attività era l’unica che consentiva la sopravvivenza a diverse aziende storiche della zona che impegnano numerose maestranze le quali rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada senza possibilità di una alternativa. Da alcuni giorni è in atto un sit in pacifico, delle aziende e dei dipendenti, nella speranza di sollecitare le istituzioni regionali affinché si impegnino a cercare una soluzione per la tutela delle aziende lucane e i loro dipendenti coinvolti in questo terribile misfatto.
Il pessimismo però dilaga, alcune delle ditte coinvolte ormai non pagano gli stipendi da diversi mesi e cosi pure i loro fornitori.
La situazione è particolarmente drammatica in quanto per alcune di loro il danno supera il milione di euro e se i legali a cui si sono rivolti non riusciranno a trovare il modo di recuperarne almeno una parte, difficilmente riusciranno a riprendersi per continuare a fare impresa e salvare i posti di lavoro.
Il sindaco di Melfi, Livio Valvano, ha invitato il prefetto di Potenza, Antonio D’Acunto e il presidente della regione Pittella ad intervenire nella questione mostrando la presenza dello Stato “per evitare un disastro a carico dell’economia locale e dell’occupazione”.
“L’insediamento sul territorio di Melfi di molti impianti di produzione di energia eolica – ha continuato poi il sindaco della cittadina normanna – ha determinato problemi di diversa natura, per le modifiche che il territorio sta subendo. All’impatto ambientale si sta sommando l’inaccettabile vicenda di alcune imprese locali coinvolte nello stato di insolvenza della società CEDELT, società esecutrice delle opere edili per la costruzione degli impianti. Le circostanze caratterizzanti la denuncia dello stato di insolvenza della società CEDELT, realizzatrice degli impianti eolici, che legittimano dubbi e interrogativi che devono essere sciolti rapidamente, innanzitutto per accertare che ci sia il basilare rispetto della legalità, indispensabile ancor più in una situazione di crisi che potrebbe determinare la chiusura di imprese locali e la perdita di posti di lavoro; in secondo luogo è necessario indagare la possibilità di praticare ogni azione utile, con il coinvolgimento di tutti gli attori, tra cui le società proprietarie degli impianti e soprattutto gli istituti finanziari che sostengono i progetti, per scongiurare la morte di diverse imprese locali e il conseguente impatto sociale occupazionale. Per tanto chiedo al Prefetto e al Presidente Pittella ogni iniziativa ivi compresa la convocazione di un incontro con tutti gli attori coinvolti – compresi gli istituti finanziari dei progetti e gli istituti bancari creditori della ditta CEDELT -, segnalando l’urgenza connessa anche ai rischi di ordine pubblico legati alla presenza di un presidio presente in questi giorni nei pressi del cantiere della ditta in contrada Bizzarro”.
Gianni Leggieri, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, ha posto l’accento su un’altra questione. “Le ditte Breathe energia e Alfawind Energy (Ewe), titolari di autorizzazioni per la costruzione di parchi eolici sul territorio della Basilicata (Salandra, Melfi, Genzano), hanno appaltato i lavori di costruzione dei Parchi eolici alla ditta CEDEL SpA che, in data 24/07/2015,ha inviato a tutti i creditori e i fornitori, la comunicazione relativa alla richiesta di concordato preventivo presso il tribunale di Avellino, bloccando in tal modo tutti i pagamenti dovuti agli stessi fino alla relativa definizione del tribunale. Una situazione che si ripercuote su tutte le ditte locali che hanno operato oggi e che oggi si trovano in grande difficoltà. È l’ennesima dimostrazione che il sistema degli appalti è ormai giunto al collasso e che occorre rivedere procedure e regole. Allo stesso tempo è giunto il momento di aprire una serie riflessione sulla diffusione incontrollata di parchi eolici realizzati, sulla carta, da multinazionali che, una volta presi i finanziamenti, scappano via, lasciando le aziende locali che hanno assunto impegni, acquistato materiali e fatto investimenti a dover lottare con la crisi. Il caso è l’ennesima occasione di lavoro, di sviluppo e di guadagno per tante aziende locali si trasforma presto in una nuova beffa, in una crisi che rischia di mettere sul lastrico più di 150 famiglie che oggi si trovano a dover far fronte a debiti per circa 5 milioni di euro. Si, perché la CEDELT SpA ha preso i soldi per realizzare il parco eolico in zona Masseria Bizzarri a Melfi, mentre le ditte locali hanno dovuto affrontare investimenti, hanno dovuto acquistare materiale e manodopera ed oggi sono rimaste a bocca asciutta. Ho voluto incontrare le ditte e i lavoratori di Melfi per esprimere solidarietà e per capire meglio la situazione. Massima disponibilità da parte mia e massimo impegno per cercare di portare sui tavoli regionali la questione anche al fine di trovare soluzioni che possono servire a dare una boccata di ossigeno alle tante aziende messe in difficoltà. Melfi rappresenta un esempio negativo di come purtroppo funzionano le cose nel nostro Paese. È tempo di intervenire anche a livello nazionale per modificare regole e normative e per dare maggiori garanzie a chi opera sul territorio. Le multinazionali che vengono ad invadere il nostro territorio con i loro progetti discutibili, dovrebbero essere costrette a prestare solide e concrete garanzie finanziarie per impedire che si verifichino episodi assurdi come questo. Per questo definirei gli appalti un vero sistema al collasso”.
In una nota anche i segretari Lombardi, La Torre e Iacovino – dei sindacati Feneal- Uil, Filca-Cisl e Filea-Cgil – ha espresso la loro preoccupazione per la vicenda. “Sin dall’apertura del cantiere le nostre organizzazioni sindacali hanno chiesto di poter incontrare la CEDELT SpA per verificare quali erano i piani di azione delle società e soprattutto chiedevamo che venissero impiegate le maestranze locali e nel rispetto delle norme di sicurezza. Per questo già il 16 febbraio scorso avevamo chiesto al prefetto di Potenza di convocare un tavolo istituzionale dopo che CEDELT più volte aveva disertato gli incontri convocati dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Potenza. Sarebbe oggi facile dire: lo avevamo detto! I presagi negati si sono rivelati fondati e oggi siamo al fianco delle tante famiglie e le relative imprese che rischiano di perdere le redistribuzioni e le spettanze relative ai lavori effettuati. A tal proposito chiediamo che le istituzioni al più presto facciano le attente verifiche per chiarire il flusso di pagamento effettuati a favore di CEDELT in riferimento al cantiere di Melfi e soprattutto tutelare le imprese sub appaltatrici e i tanti lavoratori impiegati sul cantiere. Ci rivolgiamo innanzitutto al prefetto di Potenza quale punto di riferimento del governo sul territorio ed a scalare ai rappresentanti istituzionali lucani del governo, parlamento e consiglio regionale. Non possono essere ancora una volta i lavoratori a pagare il meccanismo perverso del sub-appalto e le lentezze burocratiche giudiziarie. Per questo saremo a fianco dei lavoratori e delle imprese coinvolte in questa brutta vicenda, così come fatto dal sindaco e dal vescovo di Melfi, e chiediamo a tutte le istituzioni per propria parte di fare squadra per dare una risposta alle tante famiglie coinvolte”.
Il vescovo di Melfi, monsignor Todisco, nelle sue varie visite al cantiere si è mostrato ottimista e fiducioso, mentre i consiglieri regionali Castelgrande, Pace e Pietrantuono hanno promesso che faranno pressione sul Presidente Pittella affinché affronti la questione in prima persona.
L’auspicio è che il concordato in bianco presentato al tribunale di Avellino si risolva con un accordo per il pagamento delle spettanze.
In alternativa, la speranza è che si riesca attraverso le istituzioni a coinvolgere coloro che d’ora in poi sfrutteranno i benefici prodotti dalla realizzazione di queste opere.
La Basilicata è certo terra generosa, ma assolutamente non vuol essere la terra dove si costruiscono parchi per energia pulita gratis e soprattutto con il sacrificio di aziende e maestranze locali.
Chi scrive rappresenta una delle aziende coinvolte ed ogni mattina uscendo di casa (visto che abito a San Nicola di Pietragalla) alzando lo sguardo all’orizzonte per 360 gradi vedo pale eoliche che girano; potete facilmente immaginare a me cosa girano. Ciò spesso mi provoca aumenti di pressione arteriosa e frequenti rovesci di bile, senza poter fare nulla.