Nel mese di agosto ha riaperto i battenti la Scuola del Graffito Polistrato di Montemurro, appuntamento fisso dell’estate dal 2003. Ha percorso oltre dieci anni di vita una realtà voluta dal maestro Giuseppe Antonello Leone, inventore della tecnica che sovrappone strati di malta colorata per poi ricavarne figure dalla rimozione della stessa.
Un’arte originale che nasce dalla lavorazione di elementi locali (le sabbie giungono dalla località “deserti” di Montemurro) e che attira l’attenzione di artisti ed allievi provenienti non solo dalla Basilicata ma anche dall’Italia e dal mondo, autori di grandi installazioni che nel tempo hanno abbellito gli angoli più suggestivi del paese rendendolo un vero e proprio museo a cielo aperto. Sostenuta dal Comune di Montemurro e dalla locale pro loco, dal 2014 la Scuola è diventata Associazione Scuola del Graffito polistrato montemurrese con presidente Nicola Giuliano Leone, urbanista e figlio di Antonello, e con direttore artistico Mimmo Longobardi i quali insieme all’economista Pasquale Persico hanno stabilito il tema dell’edizione 2015 in “Rurale contemporaneo”.
Con gli occhi del presente guardare all’agricoltura, al paesaggio campestre affinché si possano cogliere le potenzialità in termini ambientali, economici, sociali ed antropologici. Un cammino oltre il visibile attraverso ciò che ci circonda traducendolo in forme e colori sui pannelli di cemento stratificato. I sei artisti ospiti della Scuola, tre italiani Patrizia Grieco, Salvatore Manzi, Riccardo Maniscalco, e tre messicani Gerry de Castillo, Carlos Yamil, Beatriz Chamussy, hanno elaborato i loro concetti tesi prevalentemente al rispetto della natura a cui noi, in quanto sua parte, siamo strettamente dipendenti.
La Scuola del Graffito oramai non conosce confini e ci riferiamo non solo a quelli geografici. Durante l’inaugurazione avvenuta lo scorso 23 agosto, l’interessante intervento dell’olandese Stain Cossens, fisico delle rocce all’Istituto di Scienze Fotoniche di Barcellona, ha parlato del concetto della stratificazione applicato all’arte. In pratica ha dimostrato le strette similitudini che esistono tra il graffito e la grafite (la comunissima matita) entrambi composti da strati, il primo di cementi colorati, il secondo da fogli sottilissimi di carbonio chiamati ognuno grafene. Un altro parallelo poi mette in risalto la comune radice etimologica delle due parole. Graphein infatti in greco significa scrivere.
Anche la scienza dunque si interessa alla realtà artistica nata a Montemurro contribuendo a darne risalto nel mondo. Risalto che è giunto anche da Rossano Liberatore, artista che ha partecipato all’edizione 2014 della Scuola, e dal suo progetto Maratehub che è risultato vincitore del concorso “FareWall” di Maratea. Un successo ottenuto con l’ausilio tecnico di esperti del laboratorio di Montemurro, e guadagnato con un graffito polistrato all’aperto ampio 12 metri di lunghezza e 3 di altezza.
Da quest’anno poi i componenti del gruppo operativo sezione didattica della Scuola, Valentina Dibiase, Lorenzo Chiavone, Vincenzo Dibiase e Giusy Candia, impegnati durante l’anno ad ospitare a Montemurro gli alunni delle scuole elementari locali e della Valle dell’Agri a loro volta entusiasti autori di interessanti graffiti, hanno avviato il laboratorio di artigianato artistico, realizzando orologi a muro, insegne, nomi di strade, loghi con tale tecnica. Con l’intento di coniugare arte e lavoro cercano di realizzare una vera e propria economia che possa contribuire a far crescere un territorio dalle ampie potenzialità.