Simone Corbo ha sottili occhi marroni e un sorriso coinvolgente. Si è classificato terzo alle Olimpiadi di italiano organizzate dal Ministero dell’Istruzione. Frequenta il secondo anno al Liceo scientifico statale G. Galilei a Potenza e ci racconta il percorso che l’ha portato al podio. Una vincita istruttiva, piena di passione e d’amore nei confronti della lingua italiana.
Simone, vorrei che ti descrivessi brevemente facendo riferimento anche ai tuoi interessi e al tuo carattere.
Sono un ragazzo semplice, come tanti. Cerco d’impegnarmi, di svolgere bene il mio dovere di studente. Sono un ragazzo normale che studia come si dovrebbe fare. Pratico il karate, suono il pianoforte e frequento un laboratorio di scrittura a Potenza. Sono abbastanza timido e riservato, direi non particolarmente estroverso.
E, parlando di scrittura, hai un libro che ti piace di più rispetto ad altri? Un libro che ti ispira o che ti ha ispirato?
Un libro che mi piace molto ed è stato importante nella mia crescita e nel modo di scrivere è stata la saga di Harry Potter. Da piccolo trascorrevo molto tempo a leggere di questa epopea. Ha saputo catturare la mia attenzione.
Potresti spiegarci che cosa sono le Olimpiadi di italiano?
Le Olimpiadi di italiano sono una competizione organizzata dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’Accademia della Crusca e il comune di Firenze e anche il Ministero degli Esteri perché si propone di valorizzare la cultura italiana anche all’estero. È una competizione rivolta agli studenti delle scuole superiori divisa in due categorie: junior per il primo biennio e senior per il secondo biennio e l’ultimo anno. Verte un po’ su tutti gli aspetti della lingua italiana, sia dal punto di vista della grammatica sia dal punto di vista della testualità.
In che modo sei stato selezionato per partecipare alle Olimpiadi? E come ti sei preparato per la gara in generale?
Le Olimpiadi si sono svolte in tre fasi. Prima c’è stata la fase d’istituto, poi la fase regionale e, infine, quella nazionale. All’inizio la mia professoressa d’italiano mi ha scelto per partecipare perché mi riteneva competente per svolgere la prova. Il sito delle Olimpiadi di italiano metteva a disposizione alcuni esercizi specifici. Ne ho fatti parecchi. Il lavoro è stato abbastanza individuale. Per imparare bene la lingua italiana c’è bisogno di quattro strumenti. Innanzitutto, studiare con impegno ed apprezzare la grammatica. Poi, secondo me, è importante la lettura insieme alla scrittura. E, per ultimo, è utile anche la lingua latina. Fa comprendere meglio la lingua italiana.
Cosa ti piace e cosa non ti piace della lingua italiana?
Della lingua italiana apprezzo molto il fatto che sia varia. È meno standardizzante, meno matematica, è musicale. Quello che non mi piace è quando si cerca di trasformarla in qualcosa di troppo analitico.
Che cosa hai provato prima e dopo la gara?
Non me ne sono proprio reso conto. Non ero teso, sono stato tranquillo. È stata un’esperienza davvero bella ed edificante quindi l’ho vissuta serenamente.
Che cosa rappresenta per te la scuola oggi e perché hai scelto un indirizzo scientifico?
La scuola per me è un mezzo fondamentale che ha bisogno di cambiare. Nella scuola il problema più grave è disperdere il suo fine. La valutazione è vista come un fine. La scuola che deve formare le persone, che deve educarle, si perde nella schematicità, nella burocrazia del voto. La scuola dovrebbe far più presa sulla bellezza del mondo, della creazione. Sono stato indeciso fino al momento di premere il pulsante del mouse – adesso, le domande di iscrizione si fanno online – ero indeciso tra il liceo classico e quello scientifico ma ho sentito un’inclinazione un po’ più forte verso quest’ultimo.
Cosa ne pensi di queste Olimpiadi? Sono un buon metodo per incentivare lo studio nei ragazzi?
Quando ci si mette alla prova è un incentivo per tutto. Sfidare gli altri e se stessi ci porta a considerare tanti fattori che non si considerano se non si hanno stimoli.
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