Basilicata, unica regione d’Italia a doppia denominazione (anche se Basilicata è quella ufficialmente riconosciuta), è una terra in cui la storia della natura e dell’uomo ha lasciato tracce importanti. Anticamente denominata Lucania, dal “lucus” latino perché terra di boschi, è stata per lunghi anni un luogo in cui sembravano concentrati tutti i grandi problemi del meridione d’Italia. Bagnata da due mari, lo Jonio e il Tirreno, montuosa all’interno con vette che superano i 2000 m di quota, la Basilicata è presente anche questa volta all’Expo (manifestazione universale che si ripete ogni cinque anni) e si offre ai visitatori regalando il fascino delle sue bellezze naturali, delle tradizioni, di una gastronomia semplice e genuina dal marcato carattere mediterraneo.
“La nostra regione partecipa all’Expo perché ha una responsabilità istituzionale: recuperare l’unità e la solidarietà della nazione” – ha dichiarato con fierezza il presidente Marcello Pittella, venerdì 8 maggio, mentre inaugurava il bellissimo padiglione -. “Il nostro territorio ha peculiarità straordinarie: l’acqua, fonte di vita e sorgente di virtù e sviluppo; l’agroalimentare di nicchia, non per quantità ma per qualità; Matera 2019, capitale europea della cultura”.
Nel convivio, area dell’Expo che ospita la Basilicata fino al 21 maggio, lo spazio è stato suddiviso in due sezioni: sapere e fare. Un territorio fantastico, come quello lucano, viene raccontato cercando di far scoprire i tesori nascosti, i profumi, le sue ricchezze. Partendo dall’acqua. Acqua come fonte di vita, cultura, arte e progresso. “Da qui è nata l’idea dello slogan “Our water, your life”, che accompagna il visitatore quasi come in una galleria d’arte” ha rivelato lo scenografo Mario Carlo Garrambone.
Entrando nel padiglione, a sinistra, sono rappresentati i castelli, progettati, ampliati e ristrutturati da Federico II di Svevia in epoca medioevale. Subito dopo, si viene rapiti dall’affascinante cineteca lucana, diretta da Gaetano Martino, preziosi tesori che vanno da fine Ottocento fino alle Arriflex 35mm, usate da Pier Paolo Pasolini a Matera, nel film “Il Vangelo secondo Matteo”.
Un pozzo di cultura straordinaria, con più di centomila reperti che raccontano il cinema in Italia. Si entra quindi nella galleria d’arte, con le immagini dei grandi invasi (le dighe di Camastra, Monte Cotugno, Pertusillo, Monticchio) e si arriva all’imbottito materano, sacchi intesi come sacco del “fare”, la manualità, l’artigianalità e il futuro di un settore che, a livello industriale, ha avuto un riscontro internazionale interessante.
“Aqua show è stata spettacolare, elementi di narrazione onirica e musiche ci hanno permesso di mettere in scena una manifestazione un po’ diversa dai tradizionali convegni – ha osservato con orgoglio Andrea Freschi, commissario straordinario dell’Alsia, agenzia lucana per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura, che ha organizzato l’evento. Ne è emersa una percezione nuova delle amministrazioni locali, unite nella salvaguardia della risorsa, che sarà proiettata nel prossimo evento sull’acqua, in programma sempre qui all’Expo, per poi concludersi nella splendida cornice materana, dove la Basilicata si proporrà come sponda verso i paesi del Mediterraneo, per sviluppare nelle varie istituzioni la gestione della risorsa idrica”.
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