Certamen Horatianum si è concluso con le celebrazioni in onore del 50esimo anniversario dell’istituzione del liceo Classico “Q. Orazio Flacco” a Venosa. Una grande festa alla quale il preside Cicoira di Calitri che ha vissuto la nascita della prima edizione del Certamen Horatianum ha dichiarato di essere felice e onorato di essere tornato a Venosa dopo molti anni.
La cerimonia si è aperta con la relazione del prof. Matteo Palumbo, docente di letteratura italiana presso l’Università Federico II di Napoli sull’attualità della lettura che ha rappresentato il compendio a una serie di convegni che hanno caratterizzato, durante le tre giornate di agorà culturale, l’angolo della didattica imperniato quest’anno sul valore della tradizione letteraria tra ieri ed oggi.
La tecnica fine a se stessa, invece, “sterilizza” l’animo, lo impoverisce se non è accompagnata da una complementarietà con le scienze umane; “le statistiche dimostrano che le migliori eccellenze nel mondo provengono da studi classici” come ribadito dalla dirigente scolastica Mimma Carlomagno. Se poi alla cultura classica si aggiunge la creatività artistica e sinfonica, come si è palesata quest’anno con l’introduzione della prima classe del liceo musicale “Quinto Orazio Flacco”, ecco che la formazione si potenzia in una chiave di universalità contro le derive di un’economia che invece tende ad avvicinarsi alla logica del profitto e del retaggio unidirezionalmente finanziario, anziché puntare sulla valorizzazione delle risorse. La testimonianza di molti ex studenti del liceo classico Q. Orazio Flacco sostengono l’importanza degli studi classici nella loro vita quotidiana e professionale.
L’importanza delle scienze umane sembra anacronistica ma in realtà è di un’attualità estrema se si pensa a un mercato del lavoro che tende a indirizzare le nuove generazioni studentesche verso una formazione pratica, squisitamente legata a efficienze e competitività. Potremmo aggiungere che esistono forze ‘esterne’ al mondo della scuola (anche lobbistiche) che tendono a indirizzare il mercato del lavoro verso una delegittimazione degli studi umanistici in virtù di un potenziamento degli studi tecnici e professionali.
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