La strada per raggiungere la piazza principale di Pietragalla è in salita ma, grazie alla buona dose di energia rilasciata dalla musica in lontananza, riesco a raggiungere, facilmente, gli Après La Classe sul palco e lì mi aspettano Francesco Arcuti, in arte “Cesko”, e Valerio Bruno, in arte “Combass”.
Quando, come e perché nasce il gruppo Après La Classe?
Cesko: Come e perché come tutte le band con la voglia di fare musica sopra ogni cosa. La cosa bella è che è riuscita a tenersi in piedi in 19 anni di storia e l’anno prossimo sono 20 anni di band ed è un bel traguardo.
A cosa si deve il suo nome? E cosa significa?
Cesko: Il gruppo letteralmente vuol dire “Dopo la scuola” ma, in realtà, vuol dire “oltre la classe” nel senso che non esiste una “scatola” dove poter posizionare gli Après La Classe perché abbiamo un sound che è in continua evoluzione. Un sound che è etichettabile solamente con il nome del gruppo.
Perché proporre al pubblico canzoni in francese e in italiano
Valerio: Perché l’indole della band è quella. Cesko è mezzo francese e quando scrive delle tematiche un po’ più eleganti usa il francese come lingua. Quando invece vuole essere un po’ più pungente utilizza il dialetto salentino, e l’italiano quando si vuole arrivare proprio a tutti. Se hai delle sfaccettature, dei colori in più da parte da poter utilizzare, perché non farlo?
“Mamma l’italiani”, “Lu sule, lu mare, lu ientu”, “Lu rusciu te lu mare”, “Simu li pacci” sono testi che presentano il dialetto salentino. Quanto pensate sia importante questo elemento nelle vostre canzoni e qual è il suo peso oggi?
Valerio: Sicuramente per la nostra zona, come per la vostra e per tutte quelle in cui il dialetto è radicato ancora, vuol dire parlare di storia e dunque tramandarlo è molto importante sia per i ragazzi, i bambini. È giusto che sappiano, crescendo, dove si fondino le radici della lingua. Secondo noi è giusto divulgarlo. Chiaramente alternato con una buona dose di italiano!
La canzone che preferite maggiormente suonare e cantare.
Cesko: È una domanda troppo soggettiva. Ognuno di noi è ovviamente affezionato a un pezzo per diversi motivi. Uno, perché non sono solamente io a scrivere all’interno della band ma siamo una band con la “B” maiuscola perché siamo in tre a scrivere canzoni e perciò ognuno di noi può vivere una canzone in maniera differente rispetto ad un altro. Ovviamente suonare i cavalli di battaglia come Paris accomuna di più i ragazzi. Sono pezzi che fanno pensare, portano un sorriso sulle labbra.
Valerio: Sono contento di tutti i dischi che abbiamo fatto, inciso e composto con gli Après. Suonerei qualsiasi brano di qualsiasi disco in qualsiasi momento. Un brano preferito, in assoluto, no. Anche perché i dischi sono talmente opposti, parlando di composizione, pezzo, suono, che non avrebbe senso preferire un brano magari del primo album in cui eravamo più spensierati piuttosto che un brano del secondo o del terzo album. Sono dei colori differenti.
Avete collaborato con Caparezza, Giuliano Sangiorgi, i Sud Sound System. Quanto ha influenzato la loro musica sulle vostre scelte artistiche?
Valerio: Sud Sound System, per un salentino, vuol dire un virus che è positivo ed è stato iniettato nelle vene dei musicisti che prima di allora conoscevano, in realtà, la musica popolare o il cantautorato italiano o gli anni del rock. Da quando sono nati i Sud Sound System c’è stata la contaminazione, lo sconvolgimento totale sia da parte di dj sia dalla parte delle band. Sicuramente un progetto come Après nasce anche per questo motivo. Hai citato Caparezza. Caparezza è un’altra cosa. Rispetto agli Après, rispetto ai Negramaro, ai Sud Sound System. Viaggia su un binario parallelo. I Negramaro, credo, sono nati un po’ per gli input che sono stati dati dai Sud Sound System.
Cesko: Come featuring, a tutti e tre, ci lega un’amicizia forte. Oltre il rispetto a livello artistico, professionale, c’è proprio un’amicizia di base che va ben oltre.
Siete già stati in Basilicata?
Cesko: Siamo stati in Basilicata più e più volte. Considera che siamo in tour dal 2003. Abbiamo passato un migliaio di concerti perciò abbiamo battuto più e più volte non solo questa zona ma un po’ tutta quella che è la penisola italica, isole comprese.
Avete progetti per il futuro?
Cesko: Cercare di arrivare ai 40 anni di band già sarebbe una grandissima cosa.
Un saluto per Pietragalla.
Cesko: Grazie agli organizzatori, al presidente del comitato e alla proloco perché sono stati gentilissimi, ci hanno accolto in maniera fantastica appena siamo scesi dalla macchina. Grazie per l’ospitalità, abbiamo un palco meraviglioso. Speriamo che rimanga un ricordo bellissimo di noi.
Foto del concerto e video dell’intervista di Giovanni Lancellotti