Cruel, ossia crudele è il titolo del nuovo romanzo scritto dal noto giornalista televisivo siciliano Salvo
Sottile, ex conduttore di programmi di successo quali Quinta Colonna e Quarto Grado, oltre che di diverse edizioni del TG5. Attualmente è transitato nel team de La7, sulle cui frequenze conduce il programma di cronaca Linea Gialla. Sottile si forma, professionalmente parlando in Sicilia e si fa strada seguendo le dirette sui grandi processi di mafia e sulle stragi che portarono all’uccisione dei mai troppo rimpianti giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Grazie alla giornalista Eva Bonitatibus è stato ospite della Ubik, libreria del centro storico potentino, all’interno della rassegna Gocce d’Autore. Un’occasione davvero ghiotta per scoprire da vicino il suo nuovo lavoro, definito un thriller psicologico e conoscere da vicino non solo il giornalista e scrittore, ma anche l’uomo. Cruel è un romanzo che descrive la vita con quel giusto grado di distacco, necessario per captare l’ambigua ed insesaurible forza del male, attraverso il racconto di vicende in cui tutti i protagonisti coinvolti sono potenziali assassini. A detta dello stesso autore “ si legge nel tempo di un programma televisivo e si incentra su un’enigma che vede coinvolto Mauro Colesani, scapestrato giornalista che pure a suo tempo era stato un brillante professionista, chiamato ad indagare dalla redazione per la quale lavora sul caso dell’omicidio di Marta Luci. L’episodio si è verificato a Roma e sulle dinamiche dell’omicidio investigano sia la redazione di Cruel, crime magazine per il quale Colesani collabora, sia un Commissario di Polizia specializzato in omicidi ritualizzati.
Come ogni buon caso di cronaca nera che si rispetti, il libro è pervaso da un’atmosfera di mistero che non si presta mai a svaporare del tutto, nemmeno quando seguendo le proprie piste interpretative si crede di essere giunti ad una risoluzione definitiva, capace di porre sul caso la parola fine ”. Il testo di Sottile è “ frutto di anni di esperienza maturata affrontando numerosi casi, quasi mai risolti e , che tuttavia, ne hanno aperti di nuovi che attendono il responso di una sentenza giudiziaria. Sembra essere la prerogativa essenziale della cronaca nera quella di reiterare nel tempo una storia rendendo la verità sfumata e passibile di nuove e molteplici letture ed interpretazioni. Ciò in virtù delle tesi e convinzioni che ciascuno di noi in qualità di lettore o spettatore televisivo elabora e manda avanti con fermezza ed ostinazione, almeno sino a quando nuovi indizi o “ piste interpretative ” smentiscono palesemente quanto creduto sino a quel momento ”.
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