Quattro cooperative, 100 ettari di vigneti, 11 prodotti tra vini, spumanti e grappa, tutti rigorosamente made in Vulture e precisamente a Barile. Una filiera interessante che dimostra come la passione e la salvaguardia del proprio territorio possano diventare un punto di forza e di eccellenza lucana.
Ci racconterà del Consorzio Viticoltori del Vulture il suo giovanissimo presidente Rocco Grimolizzi, laureando in Viticoltura ed Enologia, appassionato e studioso del settore.
Quando nasce il Consorzio Viticoltori Associati del Vulture? Quanti consorziati conta?
Il consorzio nasce nel 1977 e conta quattro cooperative, socie appunto: Cooperativa Vigne degli Avi di Pasquale (che fu il primo presidente del Consorzio) e Donato Pellegrino, Cooperativa Olearia Vitivinicola Barilese con Giuseppe Grimolizzi e Lucio Mazzeo, Cooperativa La Contrada con i fratelli Michele e Carmine De Leonardis, Cooperativa Promozione Agricola del Vulture con Nicola Grimolizzi e Rocco Franciosa. Ogni cooperativa ha i propri soci che varia da un numero di 5 a 50 per alcune cooperative.
Di che cosa si occupa il Consorzio e quali sono i pricipali campi di attività?
L’attività consiste nella raccolta delle uve dei soci, nella loro trasformazione e nella vendita del prodotto finale che prende forma in vino imbottigliato, vino sfuso e spumante. Il nostro lavoro riguarda tutto l’iter produttivo, dalla sua raccolta alla vendita.
Questo locale, dove è appunto ubicato il notro Consorzio, nasce come uno spumantificio sia dell’aglianico che del moscato. Ancora oggi è uno dei più grandi spumantifici della Basilicata. Conta una batteria di cisterne da 500 hl per la produzione di spumanti. Particolare rilievo assume anche la conservazione del prodotto stesso, in un’antica bottaia dove vi sono le barrique e botti da 100 e 50 hl. La particolarità è nella struttura della bottaia stessa, di 1500 metri, scavata interamente nel tufo, elemento che aiuta la conservazione naturale del vino ad una temperatura costante per tutto l’anno.
Quali risultati tangibili ha raggiunto il Consorzio?
I risultati ottenuti sono molto soddisfacenti. Facendo una stima di trent’anni, ci possiamo ritenere molto soddisfatti. Questo è visibile e tangibile con la vasità dei prodotti offerti ma anche nei riconoscimenti ottenuti. L’Aglianico del Vulture contenuto nelle sue diverse forme può essere presentato con un’elencazione dei prodotti che possiamo partire dal vino principe ovvero
Abbiamo il nostro vino di punta che è il Carpe Diem, vino creato come qualità, consistenza e nome in occasione del bimillenario della morte di Quinto Orazio Flacco e sul quale il consorzio ha puntato molto e dal quale ha ricevuto maggiori riconoscimenti a livello internazionale che gli hanno conferito un vero e proprio marchio del Consorzio stesso.
Di seguito possiamo citare il Vetusto che è il top di gamma, l’Aglianico del Vulture doc elegante e corposo, poi vi è il Calicò ovvero l’Aglianico del Vulture IGT Basilicata. Poi sempre con le uve aglianiche vi si ottengono gli spumanti e i vini rosè.
L’intervista integrale ne Il Lucano Magazine in edicola!