ll cantautore Diego Capece sancisce la sua resurrezione artistica ne “Il Terronista” con una nuova pubblicazione su supporto fonografico di quattro inediti. Il nome d’arte Jake Moody, che in passato lo ha reso popolare grazie al disco “Libertà Di Espressione”
ed ai numerosi concerti dal vivo, consegna le sue ceneri alle dita di Massimo Catalano che incide la melodia di apertura nell’ E.P della sua rinascita artistica..
“Le ballate del Terronista”, infatti, affida la sua introduzione ad una “matura carnalità angelica” di armonici, scaturiti dal tumulto fra corda e plettro: antinomia emozionale che si insinua attraverso le celebri note di una colonna sonora, accennata con un’allusiva linea melodica sfumata dal tipico trillo terzinato del mandolino.
Si rivela una scelta di arrangiamento efficace “The Godfather Theme” di Nino Rota, conosciuta dai più , nella sua versione strumentale, grazie a “Il Padrino” successo cinematografico del ’72 del regista conterraneo (d’origine) Coppola. Si imprime con il suono l’immagine confezionata a regola d’arte di colui che “pensa di lavorare anche se sta in piazza a chiacchierare” , un po’ “tarantellista” che “vuole la disoccupazione” come un risarcimento, perché condannato in eterno all’ impossibilità di un impiego. “Simpatico ed ospitale” ma in fondo un po’ “brigantista” .
Con questi giochi di parole, scandite dal tocco del rullante preciso, dinamico e morbido di Ivan Leone, sulla tipica andatura di rumba in quattro quarti, Capece da voce al suo inno per il riscatto di un’intera generazione di conterranei. Con il tipico accento ritmico sul secondo quarto in levare, “Il Terrorista” è un brano folk condito con eccellente gusto mediterraneo dalla fisarmonica di Domenico Carabotti webbanki.ru. Questo singolo sembra essere un personaggio di carta ed inchiostro più che una canzone, un fumetto uscito dalla penna visionaria di un disegnatore ispirato. Eroe della “Terronia” : “paese occupato e popolo dimezzato”. La brillante soluzione melodica di sax di Giovanni Catenacci si fa carico di condurre l’ascoltatore ai luoghi di cui questi termini inventati sembrano farsi metafora; tutto diventa più chiaro quando la progressione melodica dei fiati esplode nel ritornello di “Brigande Se More” canzone simbolo della “Terronia”.Per spiegare meglio qual è la funzione dell’ artista impegnato “basterebbe avere qui in mano una carrucola e un barattolo di veleno”: “i versi impegnati”, diceva il poeta e critico fiorentino Franco Fortini, “sono quelli che avvelenano i pozzi, attraverso le parole insinuano dubbi all’interno degli organismi sociali e culturali, al fine di scardinare equilibri precostituiti”, quelli che sono causa di un malessere generazionale.
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