L’incontro Salute al Kos ha ripercorso la storia e la cultura sanitaria del centro potentino nato come struttura di diagnostica e prevenzione. Oggi, secondo Angelo Rosella, la sfida in risorse tecnologiche e professionali è indirizzata verso un servizio efficiente e rapido che mostri attenzione alla psicologia del paziente. Una pratica medica, dunque, sempre più personalizzata.
Dottor Rosella da pochi mesi ha acquisito il Centro Kos. Qual è il motivo della sua scelta?
È stata una scelta fondata sulla volontà di potenziare una struttura con una storia gloriosa ma che necessitava di un piano strategico innovativo, di un remake che abbiamo affrontato tramite investimenti in tecnologia e personale medico di primissimo piano capace di dare risposte chiare alle richieste del cittadino. L’utente Kos è fruitore di servizi che spaziano dalla diagnostica alla prevenzione, sino alla salute intesa come forma di benessere psicofisico. Una sfida nel mondo della sanità privata, una sfida che è anche culturale.
Salute al Kos ha celebrato i trent’anni del centro medico. Il suo pensiero su questo incontro.
L’incontro è da ritenersi molto positivo stando alla partecipazione dei cittadini accorsi perché legati al Kos, radicato in questa regione da trent’anni e motivato dalle novità proposte, dalla presenza di medici di chiara fama e da due ospiti d’eccezione come Michela Mirabella e Maurizio Mannoni. Il primo ha spesso interrotto i relatori con domande specifiche affinché rendessero le spiegazioni il più comprensibile possibile. Un momento di riflessione e di festa che ha premiato il nostro sforzo organizzativo.
Sanità pubblica e sanità privata: le differenze?
Nel campo sanitario la contrapposizione tra pubblico e privato è antica, oggi risulta superata. Interrogarsi se sia meglio ricorrere ad una struttura pubblica o privata è una domanda sbagliata perché le eccellenze sono presenti da ambo le parti. La differenza, nella nuova visione, è che ciascuno dei due settori è complementare all’altro. Certo il privato, rispetto al pubblico che è condizionato da fenomeni esterni al bisogno dei pazienti, deve essere efficiente e rapido, deve mostrare attenzione alla psicologia del paziente e coinvolgerlo nelle scelte che li si prospettano. In altre parole deve assicurargli una situazione relazionale quanto più prossima alle esigenze di umanizzazione e personalizzazione della pratica medica. È questo l’intento primario che si propone e persegue il Kos.
Salute, prevenzione, benessere. È difficile perseguirle?
In ordine direi: prevenzione, salute, benessere. Una sequenza che è espressione della cultura sanitaria. Oggi prevenzione significa non ammalarsi, non avere peggioramenti in una malattia cronica, non morire di cancro. Di qui l’adozione di uno stile di vita corretto e di diagnosi precoce possono, senza dubbio, contribuire a migliorare la situazione.