Il 24 novembre 2014 ha coordinato Go On Basilicata, la manifestazione organizzata da Wikitalia, allo scopo di promuovere la cultura digitale con 148 eventi su tutto il territorio lucano. Digital Champion del Comune di Melfi e “pericoloso ottimista”, quando incontri Michele Cignarale sai che creatività, visione e coraggio sono gli elementi indispensabili per crescere e progredire. È tra i protagonisti di quella comunità che può portare la nostra regione a giocarsela sullo stesso piano di altre realtà meno periferiche. Con una consapevolezza. Nel 21° secolo Internet e l’innovazione sono gli agevolatori del cambiamento, sono rivoluzionari più del petrolio.
Michele ci parli di Go On Basilicata e dei ricordi di quel periodo?
Giorni intensi. Assolutamente indimenticabili. Circa 30 giorni prima ho ricevuto una chiamata sul cellulare. Erano le 18 e stavo lavorando ad un progetto di sviluppo del territorio, facendo leva sulle logiche del societing, mentre mio figlio treenne (Antonio) mi chiedeva insistentemente di preparargli la merenda (richiesta inopportuna vista l’ora molto a ridosso della cena).
Io: Pronto?
L’altro: Ciao Michele sono Riccardo Luna.
Io: madò, Licio fai poco il cretino, che c’è?
L’altro: no, Michele, sono Riccardo Luna e ti vorrei parlare di un progetto interessante che stiamo portando avanti con Wikitalia. Si chiama Go On Basilicata e consiste nell’organizzazione di una giornata piena di momenti di trasferimento di competenze digitali. È partita così, per me, l’avventura di Go On Basilicata. Nei giorni seguenti, anzi un minuto dopo, mi sono detto: “Ho fatto la più grande cazzata della mia vita”. Un minuto dopo ero già a telefono parlando con i primi contatti da mettere in moto per creare qualcosa di speciale, intenso, unico. Giorno dopo giorno il quadro si faceva sempre più chiaro e quello che posso dire con convinzione è che la Basilicata, o almeno la Basilicata che conosco e che stimo, è una tribù grandiosa che, condiviso un obiettivo, va dritta alla meta mettendocela tutta, al di là di qualunque difficoltà materiale o immateriale.
Il 24 novembre la Basilicata è riuscita a fare rete grazie alla rete. Come pensi sia cambiata e come potrà cambiare la nostra regione con il digitale?
La nostra regione è il prototipo del luogo a cui può essere applicato un vero cambio di paradigma nel campo del digitale. Siamo pochi, sembriamo poveri, abbiamo un’orografia territoriale difficile. Da qualche tempo sta crescendo una grande consapevolezza: Internet e il digitale possono essere lo strumento giusto per far fronte ai gap strutturali ed infrastrutturali che ci qualificano come territorio svantaggiato. Non basta, però, padronanza degli strumenti digitali, c’è bisogno di una mutazione genetica per cui tutti abbiamo bisogno di diventare dei “pericolosi ottimisti”. È proprio così che una persona del vecchio establishment dell’innovazione in Basilicata mi ha definito, un pericoloso ottimista e io ne sono stato davvero lusingato (anche se non so se la sua intenzione era farmi un complimento). Quello di cui sono certo è che il nostro Paese, nel corso del 2013, ha perso circa 50 miliardi a causa della mancanza di innovazione e circa il 50% di questo danaro a causa dell’assenza di Internet. A questo devo aggiungere che la rete, la banda ultralarga non hanno alcun senso se non supportate da una reale attitudine al cambiamento. Per crescere e progredire c’è bisogno di tre elementi fondamentali da applicare ad ogni nostra manifestazione: creatività, visione e coraggio. Dobbiamo essere dei Braveheart, dobbiamo capire che solo facendo rete e guardando avanti in maniera convinta possiamo migliorare.
Riccardo Luna, a Potenza per Go On Basilicata, ha dichiarato che il vero petrolio del 21° secolo è Internet. Condividi?
L’affermazione è assolutamente condivisibile. Altri dicono che il petrolio dell’Italia è la cultura. Io dico che se questo parallelismo serve a far capire che bisogna rimboccarsi le maniche e usare gli strumenti che abbiamo a disposizione per migliorare il mondo, allora non abbiamo più neanche un minuto da attendere. Internet e la cultura sono elementi ben più rivoluzionari del petrolio. Internet e la cultura dell’innovazione sono mirabolanti agevolatori del cambiamento. Nostro compito è comprenderne le potenzialità per usarle al meglio. Io azzarderei un altro sillogismo: Internet è come l’acqua, l’acqua è un bene comune. A voi le conclusioni.
Verso quale racconto collettivo è indirizzata ora la Basilicata?
Ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto la nostra sia una comunità unita e coesa quando ci sono obiettivi chiari e condivisibili da raggiungere. Il prossimo racconto collettivo dovrà essere quello di una tribù che potrà qualificarsi come punto di riferimento per l’intero bacino del Mediterraneo partendo dalle esperienze di Pitagora e Orazio. A noi toccherà immaginarlo, alla politica ed alle imprese interpretarlo, agli amministratori trovare gli strumenti giusti per attivarlo. Se mi consenti vorrei chiudere con una autocitazione (senza il rischio di sembrare autoreferenziale e con la convinzione che facciamo tutti parte di una grande ed insostituibile intelligenza collettiva): “Ogni giorno un’idea si sveglia e sa che dovrà essere brillante se vorrà illuminare il futuro”.
L’intervista integrale ne Il Lucano Magazine in edicola!