“La vita, complice il destino, crea degli incontri che segnano l’esistenza di una moltitudine di persone, incastri che influenzano i destini di tanta gente ignota”. La riflessione è di Donato Di Capua nato a Pietragalla nel 1830. Figlio unico di contadini, è lui il protagonista e voce narrante di questo romanzo che intreccia realtà e fantasia al fine di raccontare un trentennio di storia lucana e nazionale, dai moti insurrezionali, all’Unità d’Italia, al brigantaggio. Attraverso la sua vita ripercorre questa transizione, voluta da alcuni, temuta da altri, poco capita da tanti. Giocando con le spade di legno (Edizioni Kimerik) è il titolo che l’autore, lo stesso Donato Di Capua, originario di Pietragalla (Potenza) dà al suo secondo lavoro letterario. Tramite il suo alter ego ottocentesco, l’autore descrive la società del suo paese vissuta da una moltitudine di braccianti e artigiani alle dipendenze della signoria locale e sotto il Regno di Napoli. E’ una società che riflette quella di altri paesini dove troppa gente vive di stenti piegata al potere di chi, nobile di origini, ha ampi possedimenti e denaro.
Donato abita in questo mondo di ineguaglianze che in cuor suo non accetta. Ne asseconda i ritmi pur sperando in cambiamenti che leniscano i patimenti di tanti giusti soverchiati da un destino che ha deciso altro per loro, privandoli di libertà e di mezzi. Sorretto dalla fede in Dio e dall’amore dei genitori va avanti. Lavora assiduamente e con scrupolo determinato a mantenere vivi gli ideali di libertà che presto condivide con colui che diventerà il simbolo della lotta contro i soprusi e suo amico fraterno: Carmine Crocco. Donato e Carmine, il lupo e il serpente, due anime inquiete in un mondo che vogliono più equo, lanciati verso un futuro che li vedrà uniti, divisi, ancora uniti ed ancora divisi, in un alternarsi di situazioni non sempre piacevoli. Due giovani dall’indole semplice che, però, circostanze avverse catapultano nella ferocia di guerre insensate dove la lotta per la sopravvivenza diventa unica ragione di vita. Due spiriti liberi che il caso mette alla prova spingendoli verso scelte dalle quali dipenderà, per ciascuno, un diverso corso degli eventi e che consegneranno Carmine a futura memoria.
Su questo intersecarsi di fatti e persone si staglia la Natura, pacifica testimone di vicende a volte belle a volte brutte, meravigliosa con le sue forme e i suoi colori, sorprendente con i suoi suoni sempre intonati. Radiosa nel diffondere luci intense o sfumate, suggestiva nell’imprimere ombre. Lei magnifica sia in terra che in cielo, docilmente placa cuori indomiti osservando tutti attraverso la luna, i suoi luminosi occhi.
Donato di Capua con questo romanzo parla ai cuori. Innalza il valore dei buoni sentimenti, quale l’amore, e quello dei sani principi quali l’altruismo, l’amicizia, la pace, la libertà, l’uguaglianza. Rimarca il rispetto verso gli altri come presupposto necessario per una società più giusta, e verso l’ambiente come condizione indispensabile per la vita sul pianeta. L’autore verserà parte del ricavato della vendita del libro all’Associazione “Il Pozzo della Farfalla” Onlus di Potenza.