“Sin da fanciullo, prima ancora di iniziare a scrivere, mi è sempre piaciuto disegnare. Con questo formidabile mezzo di espressione e di indagine delle idee, avevo l’impressione di dominare tutto e di poter fare ciò che volevo. Non avevo ostacoli; mi sentivo libero. Soltanto ad uno spirito libero è consentito di rappresentare la realtà nella sua bellezza intrinseca come misura della propria espressività” – parole queste, di Vincenzo Viggiano, artista lucano da oltre quattro decadi, da riscoprire da parte delle nuove generazioni.
Con lo studio delle porte, che in quest’edizione vi proponiamo, e l’inserimento di questo elemento scultoreo architettonico, l’autore cerca di rappresentare due diverse realtà, in comunicazione fra di loro. Si tratta di sculture inserite nello spazio pittorico e nel paesaggio. “La porta è un passaggio, una via, che permette di accedere da una realtà ad un’altra, a mondi e civiltà diverse. Basta varcare una porta e si riescono ad annullare le distanze spazio-temporali; ci si ritrova catapultati in un’altra dimensione, dove si può intravedere il passato, il presente ed il futuro. La porta mette in comunicazione lo spazio e la materia”.
Uno spazio destinato al ricordo ed alla meditazione, inteso come riferimento alla continua riflessione ed alla spiritualità antica. Le porte sculture, inserite nei dipinti e nel paesaggio, sono l’espressione del concetto di quiete e di silenzio: “Le nostre azioni, ciascun atto della nostra esistenza umana, tutto ciò che è vivo, si fonde insieme e scorre nel silenzio. La vita e la morte, come la materia, si fondono in un’unica forma: il silenzio.”
Per l’artista vivere significa manifestare la vita; sentire significa manifestare una sensazione: quanto più forte è la sensazione, tanto più sentita sarà l’esigenza di manifestarla. Quanto più intense, vere, essenziali, sono le sensazioni e i sentimenti, tanto più essi si estrinsecano in maniera sensibile. L’artista riesce a tenere nascosti ed inespressi i propri pensieri, ma non può dissumulare la propria esistenza, ricca di sentimenti e di emozioni particolari: il suo essere, spesso, a volte senza il suo sapere e il suo volere, è la risultante dei sensi. “Soltanto l’opera d’arte è il prodotto della sensibilità dell’artista; è unità organica, ossia principio della sensazione e della sua rappresentazione”.
Non in ogni momento, però, l’artista può creare: i sentimenti non sono a volontà, a piacimento, a nostra disposizione; per cui non sempre, durante la ricerca intellettuale, si procede nell’attività creativa. Ogni artista, oltre all’istinto per la conoscenza, possiede l’impulso alla produzione dell’opera d’arte, che significa moltiplicazione degli interessi: dove si verifica la molteplicità di sollecitudini, si riscontra anche la presenza della rappresentazione, base astratta e materia concreta della sensibilità.
Le opere di Vincenzo Viggiano ne Il Lucano Magazine in edicola