Fino a un anno e mezzo fa conoscevo molto poco la poetessa Isabella di Morra. Tutt’al più ricordavo vagamente di aver letto il suo nome fra quello delle petrarchiste cinquecentesche, ma non avevo la più pallida idea di quale fosse la sua storia, e sconoscevo persino quale fosse la sua provenienza.
Forse è stato il caso che me l’ha fatta incontrare, quando ho deciso di scegliere Letterature Comparate come materia della mia tesi di laurea specialistica in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Messina. In quell’occasione infatti, mentre cercavo un parallelo fra la poesia femminile cinquecentesca italiana e quella francese, il mio relatore prof. Carlo Donà mi suggerì il nome di Isabella. Da quel momento è partito un lungo lavoro di ricerca che in buona parte l’ha riguardata e che ha avuto la sua vera e propria concretizzazione nella mia laurea, conseguita a Luglio 2014 con una tesi dal titolo Isabella di Morra e Pernette du Guillet: percorsi di versi nel Cinquecento.
Nel caso specifico di Isabella di Morra, il suo esile corpus poetico è stato un fondamentale tramite che mi ha permesso di conoscerne la personalità e i luoghi da lei vissuti, poiché fortemente autobiografico. All’interno di esso, infatti, si ritrovano ampi riferimenti alla sua infelice esistenza (stroncata in giovanissima età dai fratelli, pare per i suoi rapporti con il castellano Diego Sandoval De Castro) e alla Lucania (leggendo il canzoniere ho conosciuto il fiume Sinni, il Monte Coppola, Valsinni, Senise, a tal punto da riuscire a immaginarli e a farli diventare quasi reali), per la quale la poetessa provava simultaneamente un sentimento di amore e odio.
Credo che la Basilicata sia una terra preziosa, forse poco conosciuta, e che debba essere fiera di annoverare fra i suoi talenti una donna come Isabella di Morra, con la quale fu a suo tempo probabilmente un po’ ingiusta e sicuramente poco generosa. Tuttavia, è pur vero che parte dell’ispirazione poetica morriana la si deve proprio a quell’ambiente geografico e socio-culturale a tratti ‘aspro’ e ‘chiuso’, ma che contorna meravigliosamente i versi della poetessa lucana. Versi che ti fanno desiderare di vederli un giorno quei luoghi, di respirarli e di cercare nel mormorio delle acque del fiume Sinni il sussurro dolce delle poesie di Isabella.
L’analisi sulla poetessa Isabella di Morra nel nuovo numero de Il Lucano Magazine, tra pochi giorni in edicola!