Matera in questo 2014, in attesa del verdetto di ottobre sulla candidatura della città a Capitale europea della Cultura per il 2019, ha fatto registrare numeri in ascesa, anche se alcuni problemi hanno sicuramente lasciato il segno.
Tirando le somme della stagione turistica, aperta con il ponte pasquale, passando per il ponte del Primo maggio, attraversando la festività della Madonna della Bruna e arrivando all’apice con le ferie d’agosto, è soddisfacente. Le presenze in città sono aumentate. Resta, però, la moda del mordi&fuggi. Matera è una meta ambita, ma ancora oggi, in molti casi chi sceglie la città dei Sassi lo fa per passarci una giornata.
Quindi molti tour operator inseriscono la visita nella seconda città della Basilicata per numero di abitanti in un pacchetto che magari ha come base la vicina Puglia. Quindi si va al mare nel Salento o sullo Jonio, poi si prende il bus per raggiungere e visitare il patrimonio Unesco. Questo porta singole unità nella città scavata nella roccia, ma gran parte delle ricchezze che il turismo muove resta altrove. A tutto svantaggio di chi ha fatto del turismo la sua ragione di vita.
Poi ci sono le famose pulmanate di stranieri: tedeschi, giapponesi, inglesi, francesi, australiani e chi più ne ha più ne metta.
Spesso si sente parlare di guide abusive, in questo caso il termine più giusto è guide invasive. Si, perché pur di accaparrarsi un gruppo con un buon numero di persone da portare a spasso tra il Barisano e il Caveoso, ci sono guide dislocate sugli accessi della città, o per le vie del centro, che si propongono per un tour nella parte antica di Matera.
L’inchiesta sul grattacapo delle guide invasive nel nuovo numero de Il Lucano Magazine in edicola.