Con il testo del decreto Sblocca Italia, varato dal Consiglio dei Ministri venerdì 29 agosto, siamo rovinati. Al suo interno le misure pensate e sostenute da Matteo Renzi, il quale afferma: «È assurdo continuare a lamentarsi del problema energetico se non tiri fuori il petrolio che hai in Basilicata e in Sicilia.»
Potrebbe avere anche ragione, a mio avviso, solo che occorre garantire la massima tutela per l’ambiente, la salute delle popolazioni e che si abbia un giusto tornaconto economico per le stesse facendo lievitare le royalty almeno fino al 25%. Se il governo Renzi riuscirà a trasferire a Roma i procedimenti per l’esame delle Valutazioni di Impatto Ambientale avrà compiuto il primo passo per gestire a livello centrale tutte le decisioni su chi, come, dove e quanto si dovrà trivellare confermando, come sostiene qualcuno, che si sta svendendo la Basilicata e l’Italia alle petrolobby.
Facendo uscire dal patto di stabilità le risorse derivanti dalle estrazioni, soprattutto quelle già disponibili e non ancora utilizzate, si potrebbero liquidare i crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione riavviando l’economia con la possibilità, non dico di creare nuovi posti di lavoro, ma almeno di non perderne ulteriori. Occupazione, che fino ad ora, malgrado il petrolio, non è decollata né ha portato giovamento alla Basilicata e, credo purtroppo, non lo farà per il futuro, almeno per i Lucani.
Altro aspetto molto delicato e preoccupante è il fenomeno della spoliazione della nostra terra. Convinto dell’estinzione lucana anche Enzo Acito, presidente di Confapi Matera: «Prima la Telecom, l’Enel, l’Italgas, la Banca d’Italia in provincia di Matera, poi la Sezione distaccata di Pisticci del Tribunale, probabilmente le Province e le Camere di Commercio; a quando l’abolizione della Regione per completare la spoliazione di un territorio sempre meno rispettato?»
Territorio sempre meno rispettato ma mai rappresentato come in questo momento all’interno delle istituzioni europee e nazionali: Pittella, Bubbico, De Filippo, Speranza, D’Andrea, Margiotta, Viceconte, Latronico, Maggio, Leggieri, Pedicini tanto per citare quelli che mi sono venuti in mente.
Il segretario regionale del PD, Antonio Luongo, intervistato in questo numero de Il Lucano Magazine conferma le preoccupazioni sulla politica lucana: «La Basilicata con 600 mila abitanti non conta nulla se non fai sistema e il PD ha il compito di fare sistema a cominciare dai soggetti in campo, altrimenti la Basilicata verrà travolta, insieme al petrolio. (…) manca una classe dirigente. È il momento di capirlo.»
Ma se la Basilicata dovesse scomparire chi se ne accorgerebbe? Dimenticate gli interessi di parte e le proprie ideologie, dato che in questo momento delicato le scelte che si faranno segneranno per sempre il futuro di un’intera regione. Tutti insieme condividiamo una sola strategia per salvare l’identà di un popolo millenario, unico nel meridione, è un dovere, altrimenti ci rimetterà solo la Vostra coscienza e sarete ricordati per quello che siete riusciti a fare o a non fare.
Fate qualcosa, per la miseria!