Più di qualche “magazine fa” eravamo rimasti a Dal Vino In Gola, anagramma con cui l’artista Danilo Vignola ha intitolato la sua prima raccolta di silloge. La ragione del suo ritorno non è un altro libro ma un disco: Ukulele Revolver. Ebbene sì l’ukulele: il chitarrino hawaiano a quattro corde che ha reso celebre Danilo Vignola dopo la conquista di un prestigioso riconoscimento mondiale.
Rinomato a livello internazionale come uno degli sperimentatori più creativi e valorosi di questo strumento, Danilo, ha strappato l’ukulele dalla sua identità prettamente hawaiana, portandolo in una dimensione del tutto personale, inesplorata.
Ukulele Revolver è un prodotto discografico audace, unico nel suo genere, di sconfinata creatività, proiettato verso il cambiamento: come le ombre su tela dei pittori metafisici che si estendono sempre più in là, inverosimili per l’ora del giorno rappresentata. Un disco dai molteplici punti di fuga, traboccante di melodie che evocano multiformi scenari fuori dal tempo. Un mondo a se. Un lavoro co-prodotto con Giovanni Didonna, batterista-percussionista molto apprezzato che da sempre accompagna Danilo Vignola negli infiniti tour fra teatri, club jazz , piazze e locali.
Un disco eterogeneo che va dal flamenco alla tarantella, passando per il jazz fino all’heavy Metal, che vanta prestigiose partecipazioni fra cui spicca quella di Martin Cockerham, fra i più influenti esponenti del folk inglese degli anni ’60, suonatore di ukulele, leader degli Spirogyra (storica band britannica dei primi ’70) il quale ha suonato anche con i Beatles, i Jethro Tull. Si avvale della collaborazione di Graziano Accinni, storico chitarrista di Mango, degli Smooth Streets Project e del direttore d’orchestra Rocco Mentissi.
Ukulele Revolver è poco più di trenta minuti di melodia e ritmo, armonie che avvolgono l’ascoltatore in un surrealismo onirico.
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