La rosa dell’inverno, accompagnata dal piano di Toni De Giorgi ed il violoncello di Vito Stano, ha aperto la serata potentina dedicata all’artista lucano Pino Mango, cantante di origini lagonegresi, che ha pubblicato recentemente la sua ultima fatica discografica L’amore invisibile. Il disco, uscito il 27 Maggio in tutti i negozi di musica e i digital store del paese, prodotto da Mango e da due dei suoi maggiori collaboratori, Carlo De Bei e Rocco Petruzzi, è stato presentato sul palco di un Teatro Stabile affollato.
La presentazione del nuovo disco a Potenza si inserisce nel tour promozionale di Mango in giro per l’Italia, e che lo ha portato già in città come Roma, Milano, Verona, Napoli e Palermo ed è stata promossa dall’Associazione Musicale Tumbao School, in collaborazione con l’Ufficio Cultura del Comune di Potenza. Il cantante di Lagonegro per la sua regione ha messo su una presentazione speciale, alternando all’esecuzione acustica di alcuni brani tratti dal disco, con De Bei alla chitarra, interventi, spunti e battute su temi e domande poste dal pubblico e da alcuni giornalisti.
Cosa ha fatto Mango negli ultimi tre anni? Dopo 6/7 anni di intensa attività musicale tra dischi, tour e anche libri, avevo deciso di fermarmi un anno; tuttavia, dopo pochi mesi di pausa ho subito richiamato i miei più stretti collaboratori, e insieme abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo disco. Il mio non è un album di cover, nell’accezione usuale del termine, perché quando interpreto brani altrui non è mia intenzione riprodurre in maniera banalmente fedele quelle canzoni, ma cerco di allontanarmi il più possibile dalle composizioni originarie, che sono già dotate della loro straordinaria bellezza, dando loro una nuova veste, un’impronta che sia la più personale ed originale possibile. Se faccio Imagine di John Lennon, per fare un esempio, non ho interesse a riprodurre gli effetti usati sulla sua vocalità o riprodurre integralmente la parte strumentale di piano che caratterizza il brano. Nella rivisitazione di un brano un arista cerca di trasferire quella dimensione musicale che riproduce piuttosto la sua personale concezione musicale, sia che si tratti di un remake di David Bowie, sia che si esegua un brano dei Beatles o di De Andrè.
L’album presenta 15 tracce, di cui 3, compresa la title-track, sono inedite. In particolare Get Back dei Beatles e Heroes di David Bowie suonano molto diverse dalle versioni note al grande pubblico: “In particolare per Heroes di Bowie, ho seguito la scia di Peter Gabriel, storico membro della band rock-progressive britannica Genesis, il quale mi ha preceduto nel suonare il brano conferendogli delle sfumature e un arrangiamento di grande originalità. Su Get Back invece potrete apprezzare anche la voce di mia figlia, appena tredicenne. Come detto in passato tra l’altro da Nino Buonocore, posso dire di non aver mai realizzato la classica e scontata cover di alcun brano, ma di aver dato sempre ai brani rivistati una nuova anima, di aver dato al cuore centrale dei brani quelle pulsioni in grado di trasferire e suscitare nuove emozioni nel pubblico degli ascoltatori”.
Non poteva mancare quindi nell’album l’omaggio al cantante napoletano, di cui Mango reinterpreta Scrivimi, di cui ha dato un assaggio anche al pubblico presente, non prima però di aver suonato una toccante versione di Fabrizio De Andrè, Amore che vieni amore che vai, terza traccia presente sul disco.
Come può la musica, coadiuvato dalle parole consentire all’amore di diventare invisibile? L’amore è sempre invisibile, perché è un qualcosa di esageratamente grande che si esprime nella ricerca di quel senso di appartenenza al mondo che ci circonda, e può rivolgersi alle persone, cose o attività più svariate, da quello per la propria moglie, figli ed affetti a quello per le cose che ci interessano come nel mio caso può essere incidere dischi. L’amore in un certo senso è anche possesso, ma è un possesso che si annulla, perché esprime un rapporto a due, in cui ciascuno possiede l’altro e questo lo rende un sentimento universale, che rivolgiamo a tutti o tutto ciò che amiamo e ci sta a cuore
Quale rapporto sussiste tra il poeta-autore Mango e la poesia? Tutto è poesia e si muove attraverso le belle espressioni. Senza poesia non esiste l’arte, la musica, non esistiamo noi. Mi viene da citare il concetto dai richiami filosofici delle cose pensanti di Pasquale Panella, poeta ed eccellente paroliere, dai cui testi sono tratti due dei 3 inediti presenti nell’album.
Come si può ricercare l’ispirazione e che tipo di ispirazione vorresti dare a chi ascolta il tuo nuovo album? Premetto che, contrariamente a tanti che pensano il contrario, l’ispirazione è un qualcosa che non si cerca, si ha semplicemente dentro di sé nella propria interiorità e ci appartiene. Anche chi ascolta una canzone in qualche modo ne diventa involontariamente l’autore, per cui quel brano non è più soltanto di chi lo ha prodotto. Ciò avviene perché ciascuno di noi esprime dei giudizi, e afferma questo brano mi piace, e appartiene alla mia individualità quest’altro mi disgusta, non mi esprime alcun senso di appartenenza. In altre parole ciascuno di noi è autore di sé stesso, ed è libero di percepire dentro di sé le cose come meglio crede.
Quale è stata la tua evoluzione musicale nell’ultimo decennio, e cosa ne pensi del modo di promuovere la musica oggi? La musica di oggi non è diversa da quella di ieri, o di 10 anni fa. Quel che cambia è il modo di sentire di chi la crea e di chi la percepisce come ascoltatore. Per ciò che concerne la promozione musicale è cambiato senz’altro l’approccio, anche se io, essendo della vecchia guardia, preferisco e ho la possibilità per farlo, non omologarmi a tutto, ma selezionare anche partecipazioni radiofoniche e televisive, semplicemente perché alcune cose mi piacciono altre non le trovo per nulla interessanti. La deriva massmediatica attuale tende ad una spettacolarizzazione della musica, allo scopo di alzare i dati di ascolto, di fare audience. Un esempio è fornito dai talent show, dove quel che vediamo è tutta finzione, sebbene chi li realizzi spesso è convinto che un talent serva a tirar fuori la specifica identità musicale dei ragazzi. Lo stesso Sanremo è diventato uno show e non rappresenta più il festival della canzone italiana. Ovviamente i no hanno dei prezzi per gli artisti, ma credo che specie i big lo paghino ben volentieri, pur di mantenere intatta la propria libertà espressiva ed artistica.
Quali sono i programmi di Mango per il futuro, oltre alla promozione in corso dell’ultimo disco? Partiremo per un tour estivo di 3 mesi da Luglio a Settembre in giro per l’Italia. Faremo tappa anche a Senise, qui in Basilicata mentre per un concerto a Lagonegro o altre piazze lucane siamo in trattativa. In autunno il tour diventerà al chiuso, e si concentrerà presumibilmente nei teatri. Poi chissà, magari finalmente prenderà corpo la realizzazione del primo dvd. Sono forse l’unico artista a non averne prodotto ancora uno. E’ un lavoraccio, che richiede molto tempo, ma se dovesse andare in porto, conterrebbe sicuramente materiale tratto da alcune performances live particolarmente riuscite ”. Dal vivo Mango ha anche suonato Get Back e l’inedito Fiore bel Fiore, firmato sul disco dal duo Pasquale Panella- Mango, prima di autografare i dischi acquistati dalle persone. Un ultimo pensiero l’ ha dedicata alle sue origini fiere di “cui vado sicuramente fiero, ma basta poco per uscire dal provincialismo e sentirsi non solo cittadini lucani, ma italiani, europei e del mondo”.