Presentato a Potenza il cortometraggio La voce di San Gerardo di Annalisa Venditti, giornalista professionista, scrittrice e autrice televisiva romana. Il video, della durata di 14’33’’e prodotto nel 2013 in Italia, è stato realizzato con il montaggio di Francesca Forletta e la regia a cura della Venditti. La Colonna sonora è stata invece affidata a Cristina Carlini, mentre le voci fuori campo sono della stessa autrice e di Domenico Marocchi.
Il breve documentario ripercorre le vicende riguardanti un gruppo di 12 ufficiali di origini lucane che furono internati nell’inverno del 1943 in un campo di concentramento tedesco, nella località polacca di Biala Podlaska nei pressi di Lublino; si tratta di un viaggio nella memoria e nel ricordo, affidato alle parole del più importante pittore lucano del XX secolo, Mauro Masi, intervistato dall’autrice che all’epoca svolgeva ricerche scientifiche storico- archeologiche sugli autori e gli artisti sopravvissuti ai lager nazisti. Il pittore originario di Potenza, dove nacque nel lontano 1920, e morto a Roma nel 2011, all’età di 91 anni, racconta nel video della straordinaria iniziativa da lui intrapresa, insieme agli altri membri del gruppo di ufficiali internati nel 43: la realizzazione clandestina di un giornale di 8 pagine, alla maniera della stampa dell’epoca, interamente dipinte e scritte a mano con i poveri mezzi a disposizione, che eludendo la sorveglianza raccontasse le esperienze vissute all’interno del lager.
Il giornale, a cui Masi contribuì in maniera significativa con molte delle illustrazioni su di esso presenti, fu chiamato in onore del Santo Patrono di Potenza La voce di S. Gerardo; articoli e persino surreali pubblicità documentano con sarcasmo ed ironia le condizioni di vita nel lager, la speranza ed il desiderio di tornare a casa. Nel corto l’autore rievoca non senza un filo di commozione la straordinaria vicenda di affratellamento e amore per le proprie radici ed origini intrecciando i suoi ricordi di prigioniero al profondo valore salvifico dell’arte in quel contesto di reclusione, e si conclude con un suggerimento non banale dello stesso Masi, per il quale la verità più che nei libri di storia, va cercata in ogni singola, preziosa, memoria.
Il cortometraggio è giù stato presentato a Cassino (fuori concorso al Festival Internazionale del racconto audiovisivo e giornalistico “Conflitti ˮ), a Rivello, a Busseto, Roma, ed infine proiettato a Fabiano dove ha aperto il seminario “Resistenza della carta. Conservazione e innovazione dal foglio ai supporti digitali” tenutosi al Museo della Carta e della Filigrana. Per la giornata della memoria, il corto ha aperto la cerimonia di consegna delle medaglie d’onore conferite a Palazzo Valentini a Roma, dal Presidente della Repubblica, in memoria dei cittadini italiani militari e civili internati dei lager nazisti dopo l’8 Settembre 1943.
L’iniziativa si è svolta nell’ambito del seminario di studi La voce di San Gerardo: Giornalisti lucani clandestini a Biala Podlaska, svoltosi in presenza dell’autrice e con interventi di alcuni noti giornalisti locali: Rossella Tosto, direttrice responsabile della testata giornalistica TRM, Oreste Lopomo, caporedattore della sede regionale Rai della Basilicata e Mimmo Sammartino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Basilicata e capocronista della redazione di Potenza della Gazzetta del Mezzogiorno. Presenti anche la filmaker Antonietta Pasanisi, Ernesto di Renzo, docente di discipline antropologiche all’Università di Roma Tor Vergata e Antonella Pellettieri, dirigente di ricerca in Scienze Storiche IBAM CNR Responsabile Scientifico Progetto MenSALe e PO FERS Regione Basilicata 2007-2013, intervenuta in qualità di moderatrice dell’incontro.
Ideatore del giornale, che conteneva anche un‘ironica rubrica denominata Cose Turche, dove si narrava degli episodi più bizzarri vissuti dagli ufficiali lucani, fu Michele Pergola. Tra le vicende si descrive la parata dei Turchi riesumata nel lager malgrado l’ambiente non fosse proprio congeniale, o il fumare sigarette preparate con bucce di carote e di patate. Rossella Tosto, direttrice di Trm ha parlato di “Un documentario che consente di rispettare il valore della memoria, e che tuttavia deve travalicare i confini territoriali locali, dati i tanti lucani nel mondo che formano una vera e propria comunità e diffondono l’immagine della nostra regione all’esteroˮ. Oreste Lopomo ha invece rimarcato “come il testo vada al di là della pubblicazione pubblicista, perché l’orrore ed il dramma dell’esperienza nel lager formò un gruppo intellettuali che condivise l’esperienza di Masi, come Nicola Stramiello, umanista originario di Tricarico o il patriota Nicola Rizzi di Irsina. Le sue produzioni artistiche sono permeate di quelle significative tracce di memoria individuale e collettiva, oltre che dell’impronta meridionalista comune all’amico poeta Rocco Scotellaro. Il pittore maturo Masi, autore di molte delle vignette di quel giornale dedicate al patrono di Potenza esprimono al contempo un senso di denuncia e di catarsi spirituale.
Tanti hanno scritto di Masi, da Leonardo Sinisgalli a Mario Trufelli che nella pittura di Masi ha individuato la capacità di descrivere un paese come se fosse una patria, di trasformare in universo un grappolo di case o un orizzonte: un pittore fedele al “ primitivo ˮ, in grado di tornare alle origini, al primo giorno, allo stupore, alle meraviglie del creato ˮ. L’autrice, Annalisa Venditti ha ricordato le tappe che hanno portato alla realizzazione dell’intervista e del conseguente documentario e soprattutto al ritrovamento di questa traccia di storia lucana: “Ero una giovane ricercatrice in cerca di reperti e testimonianze di personalità artistiche che avevano vissuto la tragedia dell’esperienza in un lager tedesco e l’attenzione si rivolse proprio a Masi, col quale ebbi subito la possibilità di mettermi in contatto e realizzare un’intervista. In seguito il pittore mi propose una sfida apparentemente impossibile, ossia mettermi sulle tracce e recuperare copia di questo giornale dedicato a S. Gerardo; dopo innumerevoli e vane ricerche in musei etnografici dislocati in tutta Italia, ebbi la fortuna di scoprire che quelle tracce si trovavano a pochi isolati dalla mia casa a Roma, custoditi dai familiari di Michele Pergola, che della testata era l’ideatore.ˮ