L’unica salvezza della cultura è la collaborazione, la partecipazione dal basso. È questo il leitmotiv delle invasioni digitali, un movimento di persone che in questi giorni su tutto il territorio nazionale, racconta e condivide il patrimonio storico-culturale attraverso gli strumenti del web. Michele Cignarale ci parla della sua visione del turismo e dell’appuntamento a Melfi il 4 maggio prossimo.
Michele cosa sono le invasioni digitali?
Le invasioni digitali sono un modo per Liberare la cultura. Ho sempre predicato la condivisione come sistema e filosofia necessaria a garantire virtù e generazione di valore. L’intuizione di Fabrizio Todisco (l’ideatore del movimento delle invasioni) è stata proprio questa: consentire ad ognuno di guardare il patrimonio artistico e culturale con i suoi occhi, filtrarlo attraverso un dispositivo mobile e mettere al servizio della comunità la sua visione. Altri cercheranno di fare lo stesso per aiutare a carpire il bello e custodirlo, diffondendolo come unico modo per salvare il mondo. Prendete e condividetene tutti, questa è cultura.
In quale credo del loro manifesto ti riconosci di più?
Mi riconosco di più e meglio nella parte del manifesto che recita: Crediamo che internet ed i social media siano una grande opportunità per la comunicazione culturale, un modo per coinvolgere nuovi soggetti, abbattere ogni tipo di barriere, e favorire ulteriormente la creazione, la condivisione, la diffusione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico.
Turismo e web, è un binomio necessario?
Oggi il turismo non può prescindere dal web e dalle sue dinamiche di condivisione. Esperimenti come airbnb, trivago, trip advisor, foursquare sono solo il risultato di un concetto: turismo è esperienza, esperienza è cultura, cultura è sviluppo. Volendo essere più venali bisogna pensare al fatto che oltre il 70% di chi viaggia conosce e decide dopo aver consultato il web. Una parte di questi acquista anche online. Il social commerce si attesta ad una percentuale di crescita, negli ultimi 12 mesi, del 255%. Beh, allora che aspettate, il web vi aspetta a pixel aperti!
Come immagini il futuro dei turisti, degli abitanti temporanei?
Il cittadino temporaneo è la frontiera dentro cui si muove il nuovo concetto di accoglienza. Alcuni, addirittura, ipotizzano una serie di diritti civili legati allo stato in cui si sta viaggiando. E vuoi vedere che tra qualche anno avremo una democrazia portatile da esportare di Paese in Paese con la forza dei viaggiatori? A parte le estremizzazioni, sicuramente il turista di domani, ma già quello di oggi in qualche modo, è una persona molto più avvezza a conoscere i luoghi che visita attraverso la miriade di applicazioni che ti consentono di sentirti a casa in qualunque luogo tu possa essere (questo in verità è stimolante per il viaggiatore, un po’ meno per il turista che vuole essere stupito e non vuole sentirsi a casa ma in un luogo da sogno dove tempo e spazio perdono consistenza a favore delle emozioni pure).
Quali sono le differenze tra i luoghi d’arte dietro le sbarre e l’idea di un patrimonio storico-culturale partecipato dal basso?
Alla base del mio modo di vedere il mondo c’è la condivisione come valore primo. La cultura è davvero di tutti solo quando è interpretata e trasmessa. Senza la condivisione non avremmo traccia oggi di opere come l’iliade, l’odissea, la bibbia: in qualche modo l’inizio del nostro viaggio di condivisione e di diffusione della cultura. #liberiamolacultura
Si stanno svolgendo le invasioni a Matera, Potenza, Ferrandina, Montemurro, Tursi, Pisticci e Melfi. Per raccontare che tipo di Basilicata?
Per raccontare una Basilicata che ha voglia di mostrarsi senza veli, che ha voglia di raccontarsi e di essere raccontata in tutta la sua unicità. Lo scorso anno siamo partiti in pochi e siamo arrivati a Guardia Perticara per dar voce agli Enotri. Quest’anno le piste si sono moltiplicate e da buon estimatore di musica elettronica, quando le piste si moltiplicano gli sguardi sul mondo crescono fornendo una visione sempre più precisa. La strada è quella giusta, quella della condivisione e valorizzazione. Qualcosa in più potrà e dovrà esser fatto sul versante del monitoraggio e dell’analisi dei big data che consentiranno di generare contenuti sempre più in linea con le esigenze dei viaggiatori, e allo stesso tempo forniranno a istituzioni e imprese del settore turistico tutto quel panorama di informazioni utili a dare “qualcosa in più”.
Cosa devono aspettarsi gli abitanti di Melfi il 4 maggio?
Speriamo si trovino davanti una truppa corazzata di social guerriglieri della cultura. Speriamo che tanti melfitani partecipino con noi a liberare la cultura. Speriamo di sapere trasmettere tutta l’energia necessaria a far si che la liberazione del cultura coincida con la percezione di un nuovo rinascimento fatto di emozioni, storie, vita, condivisione della bellezza.
Prendete e condividetene tutti, questa è cultura 😉