È un romanzo incentrato sul tema della determinazione. Il libro del giovane autore potentino Giulio Ruggieri s’intitola “Sopravvivere ai cambiamenti” e narra delle vicende di un imprenditore quarantenne palermitano, Ettore Tobia, che riesce a raggiungere importanti riconoscimenti professionali in vita, con la sola forza di volontà. Dopo anni di duro lavoro, il protagonista intuisce, però, che è giunto il momento di dare una svolta significativa alla sua vita, spostando il baricentro degli interessi e dei valori che lo hanno sino a quel momento guidato.
Una coscienza di sé smarrita negli anni, a causa degli affanni quotidiani e dei tanti sforzi profusi nell’ossessione per il lavoro. Fortunatamente, una grande volontà anima lo spirito di Ettore, la stessa che consente di crearsi un impero e che, attraverso continui tormenti, gli permette di intraprendere la scalata per quel cambiamento spirituale che lo condurrà alla purificazione dell’anima. Dopo una vita trascorsa all’insegna del soddisfacimento degli interessi materiali, Ettore decide di mettersi dall’altro lato del sistema produttivo. Sperimenta la condizione umana e lavorativa quotidiana della classe operaia, per superare le passate logiche legate esclusivamente al profitto e che, in un certo senso, lo hanno disumanizzato.
L’opera letteraria, al di là dei singoli tecnicismi, consente come sempre fa la letteratura in qualità, di veicolare esperienze e valori che hanno una portata universale e vede nella spiritualità e nella tensione mistica che anima l’interiorità del protagonista, una delle chiavi di volta per ben comprendere il messaggio di cui l’autore si fa portavoce. La volontà di cambiare vita del protagonista, richiede una capacità di adattamento e sopravvivenza al cambiamento che consente di scoprire e/o riscoprire se stesso attraverso la consapevolezza dell’altro da sé. Non a caso, è qui presente il tema filosofico e letterario dell’alterità, a cui il protagonista si rapporta, scoprendo concetti assolutamente innovativi per la propria coscienza come quello di fratellanza, condivisone e l’amore per il prossimo.
L’anelito alla conoscenza della verità attraverso il rapporto con l’altro da sé, implica tuttavia che l’uomo debba innanzitutto cercare la verità all’interno di sé e della propria coscienza, secondo l’insegnamento dell’antico precetto agostiniano “Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas” (Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità). La risposta ai bisogni intimi dell’uomo può essere trovata tramite la fede. La fede è espressione di un bisogno di trascendenza dai limiti della dimensione terrena, di tensione dell’uomo verso l’infinito, dell’anelito a Dio nella speranza di salvare la propria anima, ed resta una delle possibilità insite nel libero arbitrio. Non a caso, le opere letterarie che durano nel tempo quasi sempre esprimono esigenze umane universali che, pur applicandosi a casi individuali, possono avere un valore e una portata collettiva.
Nel testo, come spiegato dallo stesso autore, grande estimatore del pensiero del giornalista Tiziano Terzani, che ha nella conoscenza della cultura, delle tradizioni e delle forme di pensiero di matrice orientale, uno dei suoi massimi punti di forza, vi è anche un confronto implicito tra religioni, soltanto apparentemente distinte e separate come buddismo e cristianesimo. Si tenta poi di analizzare la moderna società e le sue evidenti contraddizioni, come quella di incentrare grandi sforzi nella produzione, per lo più di accessori, per la vita dell’uomo, senza curarsi minimamente di coltivare l’equilibrio individuale dei singoli.
La morale del romanzo è quella di stimolare l’uomo a un cambiamento di prospettiva, attraverso cui poter comprendere che non tutto è dovuto e che il lavoro non è il fine dell’attività umana, ma lo strumento necessario per mettere a frutto talenti e potenzialità individuali da mettere al servizio del bene di tutti.
Il romanzo sarà presentato martedì, 29 aprile, alle 17:30 nella sede dell’Unitrè di Potenza.