Un convegno dal titolo “Donne e….Società ˮ, promosso dalla sezione di Potenza dell’associazione F.I.D.A.P.A. –B.P.W. Italy (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari Business Professional Women) in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, ha avuto luogo il 9 Aprile scorso, presso la Sala del Cortile del Museo Archeologico Nazionale “ Dinu Adamesteanu ˮ di Palazzo Loffredo a Potenza.
La relazione denominata “L’associazionismo femminile: quando e perchéˮ a cura della prof.ssa Luciana Gallo, è stato ideata coerentemente al tema promosso a livello nazionale dalla F.I.D.A.P.A. –B.P.W. Italy per il biennio 2013/15 “Ruolo e finalità delle Associazioni femminili in una società in rapida e continua evoluzioneˮ. Luciana Gallo, docente di scuola media, appassionata di letteratura e di temi pedagogico-didattici, che tratta come autrice anche nei suoi libri (l’ultima pubblicazione, “Ora di lettura. Antologia Italiana. Con espansione on line. Per la scuola media, in 3 volumi, è edita dalla Bulgarini) ha ripercorso la storia, gli avvenimenti, le forme e le protagoniste dell’associazionismo femminile, inteso come strumento con cui la donna nel tempo ha portato avanti le proprie battaglie e ha cercato di risolvere le problematiche di genere.
Tra le associazioni più importanti oggi esistenti ovviamente la F.I.D.A.P.A. International, fondata nel 1930 a Ginevra sotto l’egida dell’ ONU, che vanta in tutto il mondo 350 mila socie, e nel nostro Paese registra 295 sezioni, diffuse prevalentemente al Sud per un totale di circa 13 mila tesserate. Nel ‘900 la concezione riguardante la donna è mutata radicalmente, grazie all’acquisizione di diritti civili e politici fondamentali che finalmente riconoscono pari dignità alla sfera femminile, non più asservita alla tradizionale immagine che la relega ad una vita esclusivamente domestica. Tra i primi testi che affrontano la questione femminile ricordiamo il saggio del 1792, pubblicato in inglese dalla femminista britannica Mary Wollstonecraft e tradotto successivamente in lingua italiana con il titolo “La rivendicazione dei diritti della donna: con critiche sui soggetti politici e morali ˮ.