Un breve viaggio nella storia, nelle scoperte e nei misteri della fisica delle particelle elementari. “Alla ricerca della dannata particella di Higgs” è stato il titolo del seminario che si è tenuto a Potenza per volere della sezione locale della FIDAPA, presieduta nel biennio in corso da Licia Viggiani.
A parlarci di quella che è considerata una delle più grandi scoperte di inizio millennio è stato Nicola Cavallo docente dell‘Università degli Studi della Basilicata e fisico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Lo ha fatto partendo da una curiosità: la parola “science” pare sia comparsa per la prima volta intorno al 1080 nella Chanson de Roland. Da qui il percorso scientifico va a ritroso, sino a giungere al momento in cui tutto ebbe inizio. Al Big Bang, a circa 14 miliardi di anni fa quando nacquero lo spazio, il tempo e la materia.
Il Bosone di Higgs si chiama così perché la sua esistenza venne ipotizzata per la prima volta nel 1960 dal britannico Peter W. Higgs. E’ la particella che dà massa alla materia. Da allora alla sua scoperta sono passati oltre 50 anni. Mezzo secolo durante i quali i migliori cervelli del mondo si sono messi insieme per progettare e costruire la più grande macchina complessa mai esistita: LHC (Large Hadron Collider) nel sito del CERN (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) di Ginevra, un gigantesco anello di 27 km di circonferenza collocato nel sottosuolo tra Francia e Svizzera.
Nel CERN ogni barriera linguistica, culturale e geopolitica si annulla al cospetto della scienza. Giorno e notte scienziati di ogni nazione portano avanti esperimenti che consistono nel provocare, all’interno dell’LHC, lo scontro di particelle lanciate una contro l’altra ad una velocità prossima a quella della luce. La ricerca del bosone di Higgs rientrava nei programmi CMS e ATLAS quest’ultimo guidato dall’italiana Fabiola Gianotti. Il 4 luglio 2012 la particella venne individuata nell’entusiasmo della comunità scientifica internazionale che apprese dalla stessa Gianotti in conferenza pubblica, i risultati della clamorosa scoperta, alla presenza del padre della particella, Peter Higgs che pianse commosso. A lui e al suo collaboratore belga François Englert nel 2013 fu conferito il Premio Nobel per la Fisica.
Scoprire questo bosone era come andare alla ricerca di un ago nel pagliaio. Ma la perseveranza dei ricercatori alla fine è stata premiata. Insieme a loro ha vinto la scienza tutta che come ha ricordato il prof. Cavallo (scienziato del CERN) “non fornisce risposte ma riduce le incertezze”.