C’è un momento della storia montemurrese recente che è stata recuperata. Un avvenimento che 39 anni fa collegò idealmente due parti del mondo in una salda fratellanza che nemmeno le distanze avrebbero affievolito. Montemurro e Merlbourne, montemurresi di entrambi i luoghi che avevano trovato nelle comuni origini il perno per un gemellaggio sancito ufficialmente, dopo 5 mesi di preparativi, nell’agosto del 1973 nella piazza IV Novembre (comunemente nota come piazza Santa Maria) del borgo lucano. Tanta fu l’attenzione mostrata per quell’evento da parte non solo dei promotori, montemurresi e australiani, ma anche degli abitanti che accorsero numerosi consapevoli dell’importanza di un momento che avrebbe fissato un’unione perenne. Anziani, adulti e bambini la maggior parte di loro legata a quella terra lontana, l’Australia, dove almeno un parente vi risiedeva da anni, spinto laggiù dalla necessità di trovare un lavoro e migliori condizioni di vita. Tutti furono positivamente colpiti dalle parole dell’allora sindaco di Montemurro Cav. Lucio Roselli e del presidente del Social Club “San Rocco” di Melbourne dott. Donato Romanella giunto per l’occasione insieme ad un gruppo di australiani che, grazie all’associazione, cercavano di tenere salda la loro originaria identità. Identità espressa dalla figura di San Rocco che, insieme alla Madonna di Servigliano, rappresentano il vero cuore dei montemurresi. Con la benedizione del parroco don Domenico De Risi ebbe luogo, dunque, lo scambio dei simboli ufficiali dei rispettivi luoghi, il Labaro Comunale e la bandiera australiana, alla presenza inoltre del consigliere provinciale e docente universitario prof. Biagio Magaldi e del giornalista Enrico Schiavone. Fu una vera festa con canti e danze tradizionali in abiti d’epoca, intervallati dalla lettura di poesie di Leonardo Sinisgalli e di alcune rime dell’Elegia del pensiero di Giacinto Albini, già sindaco di Montemurro. Quel momento è stato rivissuto in un convegno proprio a Montemurro lo scorso 22 dicembre davanti a chi allora era giovane o giovanissimo e che dopo 39 anni, emozionato, si è rivisto ed ha riconosciuto compaesani, anche quelli che non ci sono più, in un video girato quel giorno da qualcuno della delegazione australiana e che è stato trasmesso durante il convegno. Il filmato è stato presentato insieme alla mostra fotografica che riunisce gli scatti in bianco e nero della stipula del gemellaggio. Sono foto in cui compaiono i protagonisti di quell’evento e che, diversi anni dopo, sono giunte a Montemurro e precisamente a Mario Rinaldi che le ha conservate con l’intenzione un giorno di mostrarli alla popolazione. Circa 300 sono le fotografie a lui inviate dall’attuale presidente del Social Club “San Rocco” di Melboune, Domenico De Franco, la mostra ne espone una parte. Il convegno e la mostra sono state organizzate dal Circolo Culturale “La Casina” e dall’amministrazione comunale di Montemurro rappresentati, rispettivamente, dal presidente ing. Giovanni Antonio Russo e dal sindaco Mario Di Sanzo. Entrambi hanno rievocato i momenti del gemellaggio e sottolineato il grande interesse che i montemurresi australiani continuano a riservare al paese d’origine. Numerosa è stata la corrispondenza epistolare con il piccolo borgo lucano e le azioni che in passato i nostri emigrati hanno realizzato per aiutarlo. Una borsa di studio di 500 dollari per lo studente che meglio di altri conosceva la lingua inglese, oppure aiuti di solidarietà per garantire le cure ai meno abbienti, per il dopo terremoto, per le manifestazioni religiose. L’attuale parroco di Montemurro don Antonio Mattatelli ha poi ricordato il suo viaggio a Melbourne, la cordialità e l’affetto che lo hanno circondato nel suo mese di permanenza. Laggiù i nostri compaesani hanno conservato tutto delle loro origini – ha raccontato don Antonio – il dialetto che i più anziani parlano mescolato a parole inglesi, le abitudini, gli usi, il cibo, le feste religiose di San Rocco e della Madonna di Servigliano (di quest’ultima hanno anche una copia della statua che anni fa fu portata lì da una delegazione lucana). L’ospitalità è quella che li contraddistingue, è tanta e generosamente offerta ad ogni montemurrese che li va a trovare. Don Antonio ha anche parlato della nostalgia che i più grandi nutrono per Montemurro e questo nonostante vivono bene ed hanno raggiunto un buon stato sociale. Ancora vivo è nei loro cuori, infatti, il ricordo del clima paesano dove tutti si conoscono, si ritrovano al bar, nei vicoli, nelle case dei vicini per chiacchierare o per darsi una mano nelle faccende di tutti i giorni. “Se avessi aspettato un altro po’ prima di partire …” è un pensiero che si affaccia spesso nella mente di coloro che, tristemente, dovettero allontanarsi da Montemurro decisi, comunque, un giorno a farvi ritorno. “Il più vivo desiderio di un lavoratore dopo anni di lontananza è quello di poter tornare nella sua Patria, al suo paese, tra la sua gente nel calore delle memorie che ci accompagnano per l’intera vita” disse nell’agosto 1973 Donato Romanella che a Montemurro tornò spesso fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2001. Il suo paese non lo scorderà e gli riconoscerà sempre il merito di aver realizzato, grazie all’associazione di Melbourne e al gemellaggio, un solido ponte tra le generazioni di montemurresi. Oggi, al suo posto come presidente del S.C. “San Rocco”, abbiamo detto, siede Domenico De Franco che tramite un video messaggio trasmesso durante la serata del 22 dicembre ha salutato, insieme agli attuali membri del direttivo, parenti ed amici di Montemurro invitandoli più volte ad andare in Australia.
Mario Rinaldi donerà le foto alla biblioteca comunale di Montemurro. La mostra, per la cui realizzazione ci si è avvalsi della preziosa collaborazione della locale pro loco e di Tonino Calvino, è visitabile tutti i giorni dalle ore 16:00 alle ore 20:00 fino al 6 gennaio 2013 nell’ex-convento di San Domenico.