Si è fatto desiderare Nicki Vendola a Potenza dove una piazza gremita di gente lo attendeva già per le ore 18.30. Invece è arrivato intorno alle 20.00, senza però spazientire chi lo aspettava. Anzi più passava il tempo e più piazza Matteotti, dove si è svolto l’incontro con i cittadini, si riempiva sempre più. C’è chi commenta “ma quando arriva?” senza però che l’attesa lo logorasse. Chi sostiene “pare che sia ancora a Rionero” e altri aggiungono “Il suo arrivo a Melfi era previsto per le 15.30 e invece è arrivato alle 17.30”.
Il tutto senza scomporsi. In una terra, come quella lucana dove di primo acchito il Partito-regione sembra indossare un’unica bandiera politica, si scorge invece una realtà che non è a tinta unita e non ha solo i colori del Pd.. Tanti gli argomenti sviscerati a partire dalla questione tanto cara ai giovani, la scuola, l’istruzione e il mondo della ricerca, ridotto ormai ad “una mercé di mercato”. Donato, 28 anni, lucano, dottorando di ricerca.
Eppure “guadagnano il 30% in meno degli uomini”. E aggiunge “siamo un paese arretrato su tutti i fronti” commenta Vendola, sul fronte della precarietà su un’istruzione scolastica ed accademica mal tutelata. E poi Vendola irrompe con irruenza criticando il ministro Gelmini “tutti credevano fosse la piccola fiammiferaia, e invece ha devastato la scuola. La prima vittima è stata la scuola elementare, dove le aule sono strapiene e non ci sono neanche più le aule per i bambini che hanno bisogno del sostegno”. Insomma già “i bambini saranno abituati alla dura legge del mercato, senza essere sottoposti ad una adeguata formazione”. La “precarizzazione selvaggia rientra in un meccanismo di mercificazione che ci rende schiavi della paura. Abbiamo timore delle persone mentalmente libere che possono aprirci gli occhi sulla desertificazione del pianeta, sui cambiamenti climatici, sulle catastrofi ambientali” commenta Vendola. E così “in una società della paura abbiamo invece bisogno, di godere della fiction che ci rassicura o di bere elettroliti di televisione trash, che inducono a guardare il proprio ombelico, la propria pornografia, imbottiti di una ideologia individualista”.
Ed emergono, sempre tra le righe, perché pur di primarie si tratta, e non di campagna elettorale, le tracce di un eventuale programma di rilancio dell’agricoltura attraverso “il turismo rurale”, “le masserie didattiche che educano i bambini contro l’obesità” e poi “una politica industriale che presti attenzione all’ambiente, con l’utilizzo di materiali come la fibra di carbonio, leggero, modellabile e sostenibile dal punto di vista ambientale” fino al “recupero degli antichi mestieri artigianali e contadini”. La soluzione per Vendola sarebbe il recupero di una educazione che sia contraria alla “solitudine collettiva”, alla “speculazione edlizia” alla “cementificazione in prossimità di coste e fiumi”. Contro anche quello Stato che continua a “bucare il territorio per cercare il petrolio” deturpandolo con un processo di “antropizzazione selvaggia”. “Un no netto alle centrali nucleari”, peraltro egli ha ricordato la sua battaglia contro il sito prescelto di Scanzano Ionico. Un riferimento a Mario Monti: “Ho per lui grande rispetto, ma da chiunque provenga l’ingiustizia, da un farabutto o da una persona onesta, sempre di ingiustizia si tratta”.
Un cenno anche contro i “baroni” dell’imprenditoria industriale, con riferimento alla vicenda Fiat di Melfi e ai tre operai prima licenziati e poi con sentenza della Corte d’Appello reintegrati ma “marginalizzati perché considerati un cattivo esempio” commenta Vendola. E un riferimento alle banche tritate nel calderone di una “finanza tossica e speculativa”, dove “aumentano gli emolumenti ai grandi dirigenti di banca, ma al contempo aumenta anche l’Iva a scapito dei piccoli imprenditori” e ci troviamo dunque “in una bolla speculativa, in un gangster finanziario”, dove “i soldi producono soldi”.