Un violento acquazzone domenica, nel tardo pomeriggio, si è abbattuto sulla cittadina oraziana provocando frane e smottamenti sia sulla Ginestra-Venosa, fin sotto lo svincolo d’ingresso di Venosa Nord (zona campo sportivo) sia sulla Venosa-Palazzo San Gervasio (all’altezza dello svincolo di Maschito), dove i danni pare siano ancora più ingenti.
A pagarne, duramente, le spese è stato un imprenditore locale, Alberto Manieri, proprietario di un vivaio, che già aveva subito una ‘bastonata’ dopo la copiosa nevicata dello scorso inverno. Nonostante tutto, la sua attività si era risollevata. Ed ora pare che il vivaio sia andato quasi del tutto distrutto, allagato. La crisi impellente ha già stroncato molte piccole e medie aziende continuando a mietere vittime.
Questa falce distruttiva si teme possa creare ulteriori disagi. A subirne le conseguenze, che molto probabilmente si vedranno a medio termine, sono gli agricoltori e i viticoltori che cercavano nella vendemmia uno refrigerio in un’annata difficile e invece sono passati bruscamente dall’afosa siccità all’impietosa tempesta di pioggia.
Pare che il sindaco di Venosa abbia chiesto lo stato di calamità naturale. Non ci sono però conferme ufficiali. La tempesta è durata tutto il pomeriggio di domenica; le frane e gli smottamenti hanno bloccato le varie strade provinciali aggravando una situazione di rischio infrastrutturale già di per sé complicata in condizioni atmosferiche normali.
Una situazione, a prova di incidenti stradali, perfino mortali, che si sono susseguiti da più di trent’anni. Un problema, quello delle infrastrutturale, che nel vulture-melfese è annoso e ancora non sembra trovare via d’uscita, gettando un comprensorio, seppure ricco di risorse, nell’isolamento.
I tempi lunghissimi per la costruzione dell’Oraziana suscitano una rabbia nauseabonda nei cittadini dell’hinterland, i quali percorrono le varie strade provinciali con costanza quotidiana e con pericoli incombenti. Una viabilità molto dissestata con fosse, buche ed erbacce che crescono fin sopra il ciglio della strada.
Per la cronaca l’Oraziana è il tratto che dovrebbe collegare Venosa, Ginestra, Ripacandida da un lato versola Bradanica, che conduce verso Montemilone, Palazzo San Gervasio, dall’altro lato verso la statale Potenza-Melfi, evitando le curve dissestate ad oggi presenti sulle diverse strade provinciali.
Ebbene lo scorso inverno i lavori di costruzione sono rimasti bloccati sul 3° lotto, a causa del fallimento della ditta di costruzione. Uno stallo che si è protratto per molti mesi. Adesso un intero comprensorio è in attesa che con la nuova ditta riprendino i lavori sul 4° lotto.
Per non parlare del tratto provinciale Venosa-Melfi, Lavello-Gaudiano e Venosa-Palazzo, le cui condizioni ancor più devastanti, gettano i comuni dell’Alto Bradano in un perenne “segregazione” infrastrutturale. E lì la situazione è ancor più paralizzante. Il sollecito, da sempre, è che le istituzioni regionali e provinciali non rimangano sorde.