E’ sempre più acre l’amaro lucano da mandar giù in questo scorcio d’estate. Il ghiaccio rinfresca la bocca asciutta di un’estate sparagnina. Tutt’intorno c’è crisi e la parola d’ordine è il risparmio prima d’ogni cosa. Cedono, così, il passo le ferie intese in senso canonico: le due settimane d’un fiato da trascorrere in un albergo o in una pensione al mare. Vengono meno anche le spese un po’ più frivole e le concessioni del palato, quelle particolari trasgressioni della gola da consumare, comodamente seduti, al tavolo di un ristorante. Tutt’intorno il palazzo trema e questa volta non per una scossa tellurica. Gli effetti delle riforme nazionali, in atto da oltre nove mesi, iniziano a farsi sentire. In Basilicata si fermano le trivelle per effetto di una presa di posizione (tardiva e necessaria) del governo della regione. Il diktat, questa volta è “totalizzante”, nel senso che la salute dei lucani ha un valore assoluto e nessuna royalties potrà mai comprarla. E, intanto, tutto sale, non solo il prezzo della benzina, per la quale, appunto, beneficiamo di uno sconto molto simile al gioco delle tre carte. Con una mano viene dato un beneficio economico e con l’altra viene sottratto un pezzo di salute. Su questo e su altri temi aumenta il malcontento popolare della gente lucana. Solo a distanza di tempo, qualcuno si è accorto che, forse, sarebbe stato il caso di non cedere passivamente ai compromessi, diventando più rigorosi e intransigenti su posizioni che salvaguardano la vita delle persone. L’equilibrio del tavolino all’aperto, ora, è più precario del solito, traballa. Attorno ad esso siedono gli amministratori della cosa pubblica lucana. Non è passato un tir, però, probabilmente, è anche peggio. Il movimento a cinque stelle tiene in freezer una sorpresa gustosa che rischia di far venire l’insonnia ai litigiosi esponenti dei movimenti politici lucani. E’ estate: tempo di lucciole e di grilli. Le prime illuminano un cielo senza prospettive, regalando, comunque, scampoli di spensieratezza e di piacere; i secondi accompagnano idee e pensieri insinuando, con fare martellante, che, solo volendolo, nell’aere, potrebbe risuonare una musica diversa.