Nel castello di Miglionico (MT) proseguono i lavori del “Corso di educazione e comunicazione ambientale”, promosso da Rai Basilicata e dall’Università degli Studi della Basilicata. Continua dunque l’approfondimento di una tematica che riguarda inevitabilmente tutti da vicino, l’ambiente, e che deve diventare, ora più che mai, oggetto di tutela se si vogliono evitare conseguenze dannose ed irreversibili. La complessità della materia comunque è tanta e tale che solo un metodo scientifico multidisciplinare può garantire un più veritiero approccio su cui basare idonee azioni future. E’ un fine che non può prescindere da una nuova visione che dobbiamo maturare nei confronti di una Terra che come essere vivente è anche fragile.
Paolo Masullo, docente di Etica della Comunicazione presso l’Università della Basilicata, ha spiegato infatti i diversi concetti che l’Uomo ha avuto della Natura nel corso del tempo fino ad arrivare alla contemporaneità dove il rapporto Uomo-Natura deve muovere verso il riconoscimento dell’alterità e del principio di reciprocità. Masullo ha suggerito ai giornalisti di considerarela Natura come una Autorità.
“Ancor più semmai delle fonti primarie e secondarie con cui confrontarsi -ha osservato il direttore del corso Fausto Taverniti- l’ambiente merita il ruolo di fonte superiore”. Principi sacrosanti che trovano giustificazione su evidenze scientifiche.
Vito Telesca, docente di Idrologia della Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata, nel suo intervento ha sottolineato le conseguenze dei cambiamenti climatici e tra queste gli eventi estremi come le grandi alluvioni e i lunghi periodi di siccità. Si è soffermato in particolare sulla complessità dei processi ambientali e del rapporto tra i cicli naturali e l’agire umano.
La certezza dei dati per fare una buona diagnosi e per adottare idonee cure si mette a punto anche grazie al supporto delle tecniche di telerilevamento che dallo spazio monitorano il dissesto idrogeologico. Valerio Tramutoli, docente di Tecniche Spaziali per l’osservazione della Terra, ha illustrato strumenti e metodi per il telerilevamento applicato allo studio di fenomeni ambientali. Buone diagnosi e buone cure si fanno anche dalla Terra.
Caterina Di Maio, docente di Geotecnica della Scuola di Ingegneria UniBas, ha parlato infatti delle grandi frane lente su terreni argillosi e del ruolo delle piogge, illustrando il caso di studio nella zona di Costa della Gaveta in Basilicata.
I lavori sono stati moderati da Aurelia Sole, docente di Rischio idrologico/idraulico della Scuola di Ingegneria dell’UniBas.
In conclusione, è stata rispettata la buona prassi del Corso riguardante la ricerca di buone notizie sull’ambiente. Sono due: l’Unione Europea sta studiando l’introduzione di nuovi limiti per l’emissione di CO2, mentrela Germania già prevede che, entro pochi anni, oltre metà del suo fabbisogno elettrico verrà soddisfatto dalle fonti ‘pulite’.