Nella stesura del parere si consiglia di utilizzare una corretta terminologia, curando la forma del parere dal punto di vista dell’ortografia, della grammatica e della sintassi.
La grafia deve essere chiara e comprensibile mentre lo stile espositivo sarà semplice e scorrevole.
E‘ necessario utilizzare, per quanto possibile, frasi brevi, composte da soggetto, verbo e predicato; evitare nel modo più assoluto l’uso di circonlocuzioni o parole inutili (c.d. “pleonasmi”) nonché la ripetizione di cose già dette o comunque superflue; limitare l’uso di proposizioni parentetiche, ipotetiche e subordinate, onde evitare il rischio di commettere gravi errori di sintassi e consecutio temporum.
Si dovrà utilizzare correttamente la punteggiatura e soprattutto è fondamentale “il punto e a capo”.
In conclusione occorre rileggere ogni frase che si scrive e, se dovesse sorgere qualche dubbio terminologico, consultare sempre il codice commentato e il vocabolario della lingua italiana, nonché il dizionario dei sinonimi e dei contrari.
Vari sono gli errori più comuni da evitare.
A titolo esemplificativo si ricorda di: non apostrofare gli articoli e le preposizioni articolate quando si va a capo; non apostrofare mai gli articoli “un”, “lo”, davanti ad un sostantivo maschile che comincia per vocale; “Sta”, “fa”, “va”, “sa”, voci del verbo “stare”, “fare”, “andare”, “sapere” si scrivono senza accento; non accentare “qui”, “qua”; il pronome “sé” va accentato salvo quando seguito da “stesso/a”; Il “sì” affermativo va accentato; “ Un po’ si scrive con l’apostrofo, non con l’accento; al plurale le abbreviazioni raddoppiano l’ultima lettera (es. segg.,pagg.,artt.)