I dipinti rupestri delle Chiese di San Michele ad Acerenza, di Sant’Antuono ad Oppido, di San Biagio a Rapolla, di Santa Margherita a Melfi e gli affreschi della Cripta di San Francesco ad Irsina, sono alcuni esempi del ricco patrimonio iconografico lucano.
Un patrimonio antico che rappresenta la fede cristiana di un popolo che immortalava la sua devozione anche sulle pareti di rocce e di cripte di chiese.
Sono scorci di un passato che Giovanni D’Andrea, dottore in Scienze Storiche e Religiose laureato presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha fotografato al fine di spiegare, attraverso analisi e confronti, il senso di immagini originali disseminate in diversi luoghi della Basilicata non sempre note e purtroppo non tutte valorizzate. La sua è un’attività di ricognizione importante che nasce dai suoi studi e con il tempo si è alimenta da una forte passione che lo ha portato e, continua a portarlo, in giro per la regione alla ricerca di questi tesori scovati a volte anche per caso.
Come quello di Pietrapertosa, un’immagine rupestre impressa a diversi metri dal suolo, che D’Andrea ha visto alzando casualmente lo sguardo.
E’ un gioiellino di arte sacra incastonato tra la roccia, all’aperto, che lo studioso ha voluto far conoscere al pubblico inserendolo tra gli scatti della mostra “Sacro Rupestre” che è possibile visitare presso lo spazio espositivo “Il Santo Graal” di Potenza.
Questa, insieme alle altre otto fotografie esposte, sono state accuratamente selezionate dallo stesso D’Andrea sulla scorta del loro alto valore storico, simbolico e stilistico.
“Il Cristo Pantocratore” ne è un esempio. Presente nella cripta di San Francesco ad Irsina, questo dipinto è l’unico caso di arte celtica in Basilicata. E’ un’opera dall’indiscussa importanza che tuttavia necessita di urgenti interventi di restauro per la presenza di una crepa causata dall’incedere del tempo.
Le nove fotografie della mostra vogliono condurre il visitatore alla scoperta di quelle testimonianze storiche ed artistiche che i monaci orientali e latini hanno lasciato in Basilicata. Ma vogliono essere anche un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni alla tutela e valorizzazione di un tesoro unico che se non adeguatamente curato rischia di essere perduto per sempre.
La galleria è in via Pretoria e la mostra è visitabile fino al 16 aprile 2012 dal lunedì al sabato 18.30/20.30. L’ingresso è libero.